Gli revocano “ingiustamente” certificato antimafia, catanzarese chiede 5milioni

La Cassazione pone fine alle disavventure giudiziarie dell’imprenditore Fabrizio Nicoletta, travolto dall’operazione “Violentemente investito” a seguito della quale aveva subito la confisca di tutto il suo patrimonio. Si parla di beni per un valore di oltre 1 milione e 200 mila euro, tra ville, immobili e attività imprenditoriali, autovetture, centri estetici, pizzerie e ristoranti. A questo si è aggiunta la revoca del certificato antimafia.

La Cassazione ha infatti confermato la decisione della Corte di Appello di Catanzaro di revocare la confisca che era stata provvisoriamente applicata dal Tribunale. Una decisione ignorata dalla Prefettura che ha comunque deciso di revocare il certificato antimafia all’imprenditore catanzarese.

La Cassazione ha infatti confermato la decisione della Corte di Appello di Catanzaro di revocare la confisca che era stata provvisoriamente applicata dal Tribunale. Una decisione ignorata dalla Prefettura che ha comunque deciso di revocare il certificato antimafia all’imprenditore catanzarese.

Nicoletta, non ha desistito, proponendo prima ricorso al Tar e poi al Consiglio di Stato III sezione dove ha visto trionfare le sue ragioni ottenendo l’annullamento della revoca del certificato antimafia con la sentenza numero 07406/2020.

L’imprenditore ha manifestato tutta la sua soddisfazione per i provvedimenti ottenuti pur ritenendo di richiedere un risarcimento di oltre 5 milioni di euro per tutti i danni economici subiti per questa ingiusta vicenda giudiziaria che ha visto paralizzato tutte le sue attività imprenditoriali conferendo così mandato al suo collegio difensivo, composto dagli avvocati Gregorio Viscomi, Gennaro Pierino Mellea e Vitaliano Leone, per intraprendere ogni più opportuna azione giudiziaria.

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