di Antonio Battaglia – Parlare di legalità in terra di mafia è cosa sacrosanta, ma a volte può diventare materia noiosa. Lo sanno bene i ragazzi che, però, al tema non vogliono rinunciare e, per saltare la barbosità di convegni poco stimolanti cui spesso sono costretti ad assistere, hanno deciso di fare da sé. Nella settimana dello studente, gli alunni del liceo statale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia hanno inserito anche un appuntamento particolare: un dibattito su legalità e giornalismo con il direttore di Calabria7, Mimmo Famularo.
Il secondo incontro dell’iniziativa, ideata dal dirigente scolastico Antonello Scalamandrè e arrivata alla sua settima edizione, ha coinvolto con entusiasmo centinaia di ragazzi dai quattordici ai diciotto anni, già sensibilizzati dai docenti ai temi della legalità con diverse lezioni. A loro il direttore Famularo si è rivolto a cuore aperto, senza paura di ricordare anche i dettagli più personali della sua carriera, nella convinzione che promuovere la cultura della legalità significa aiutare i ragazzi a crescere come cittadini responsabili, consapevoli e liberi.
Il secondo incontro dell’iniziativa, ideata dal dirigente scolastico Antonello Scalamandrè e arrivata alla sua settima edizione, ha coinvolto con entusiasmo centinaia di ragazzi dai quattordici ai diciotto anni, già sensibilizzati dai docenti ai temi della legalità con diverse lezioni. A loro il direttore Famularo si è rivolto a cuore aperto, senza paura di ricordare anche i dettagli più personali della sua carriera, nella convinzione che promuovere la cultura della legalità significa aiutare i ragazzi a crescere come cittadini responsabili, consapevoli e liberi.
Fare giornalismo oggi, come ieri, significa raccontare fatti e avvenimenti che accadono attorno a noi e costituisce un indispensabile strumento di democrazia. Tutto quello che avviene è potenzialmente notizia se c’è qualcuno che la racconta, con il filtro della propria esperienza e con quello del mezzo di comunicazione che utilizza. Il giornalismo di inchiesta – in particolare – spesso si occupa di temi sgraditi e convince quella zona grigia dell’opinione pubblica che non denuncia, che ha paura del mondo di sotto, a scendere in campo. Smaschera quei rapporti fra politica e mafie, quei silenzi striscianti, quel tentativo di scambiare il “diritto” con il “favore”, senza mai arretrare, né per paura né per convenienza di “quieto vivere”. Sul tema della mafia e della legalità i giornalisti non possono proprio abdicare e i numerosi aneddoti di Famularo a riguardo hanno stimolato gli studenti al pensiero critico: un modo, per loro, di “assaggiare” le responsabilità degli adulti e di capire cosa significa caricarsi sulle spalle un lavoro così complicato. D’altronde, la possibilità di un cambiamento parte proprio dai giovani e quindi dalla scuola, da un luogo dove si può imparare che l’unico vero sviluppo possibile, della persona e della comunità, è quello fondato sulla solidarietà e sulla legalità.