Questa sera nel corso della trasmissione Piazza Pulita, programma di approfondimento dell’emittente La7 condotta da Corrado Formigli, è intervenuto il procuratore capo della distrettuale antimafia di Catanzaro Nicola Gratteri. In studio sollecitato delle domande del giornalista ha commentato l’arresto del latitante Matteo Messina Denaro, i rapporti tra criminalità organizzata di stampo mafiso e politica, nonché le proposte del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Nicola Gratteri ha poi annunciato di aver fatto domanda per la Procura di Napoli e per la procura generale di Roma “sono il felice procuratore di Catanzaro, ma il 16 maggio 2024 scadono gli otto anni e devo trovare un’altra collocazione, se potessi però rimarrei in Calabria”. “Il dato che Matteo Messina Denaro sia stato catturato in Sicilia – ha precisato Gratteri – non testimonia che sia stato lì per 30 anni. Tendenzialmente anche i boss della ‘ndrangheta latitanti non possono si allontanano dal territorio, restare in loco serve a mantenere il controllo”.
‘Ndrangheta e politica
‘Ndrangheta e politica
“Gli appoggi della politica dati alle mafie sono stati svelati in più occasioni. I legami con la ‘ndrangheta, ad esempio – spiega il procuratore Gratteri – vengono “istituzionalizzati” negli anni ’70 con la creazione nei rituali della dote della Santa che consente una doppia affiliazione: alle cosche e alle logge massoniche deviate. Ciò ha creato una cogestione della cosa pubblica: non si decide più solo chi deve vincere l’appalto, ma quale opera pubblica dovrà essere realizzata. Sui territori ad alta densità criminale il capomafia dà più risposte rispetto al politico perché è presente sul territorio, quindi risulta quasi subalterno alle mafie”.
“La proposta del ministro Nordio di limitare le intercettazioni deve ancora essere chiarita. Il 15 dicembre 2022 – precisa Gratteri – è stato mandato dal Ministero della Giustizia alle Procure un nuovo listino prezzi con costi ridotti del 15%, quindi non è vero che sono spese insostenibili. Dal 1989 mi occupo di intercettazioni, ho sperimentato insieme alle società telematiche le nuove tecnologie: prima costavano circa 40 euro al giorno, oggi circa 3 euro al giorno. Il ministro Nordio garantisce che le intercettazioni che riguardano la mafia non saranno toccate, ma serve specificare se intendono limitare anche quelle riguardanti corruzione, concussione e peculato dove spesso si annida la collusione con la criminalità organizzata. Il ministro Orlando ha già ristretto la possibilità di pubblicare le intercettazioni, ciò che non riguarda l’ipotesi di reato non viene divulgato, quindi non c’è alcun rischio. Per quanto riguarda la riforma Cartabia credo vada abolita, rallenta la giustizia, le modifiche che apporta non snelliscono i tempi dei procedimenti. Non posso stare zitto e tacere su queste tematiche”.