“C’è molta pressione da parte dei centri di potere. Certe volte lo esternano, altre volte no, ma si percepisce e noi dobbiamo stare attenti, essere concentrati, non fare falli di reazione, avere spalle larghe e nervi d’acciaio”. E’ uno dei passaggi principali dell’intervista rilasciata dal procuratore antimafia di Catanzaro Nicola Gratteri a Giuseppe Malara per Tg2 Storie. Un’intervista nel corso della quale il magistrato ha toccato diversi argomenti, anche personali. Come ad esempio il rapporto con la morte: “Io – ha detto – parlo con la morte. Io so che potrebbe capitare di morire. Ma addomestico la paura e arrivo alla conclusione che se dovessi morire non sarebbe un dramma. Nel senso che io ho avuto tantissimo dalla vita. Sono partito da un paesino di 2000 abitanti, figlio di persone semianalfabete e oggi sono qui che parlo con lei. Sono un uomo fortunato. Ho vissuto in cattività. È dall’89 che sono con la scorta e per fare 10 metri devo discutere con la scorta come fare quei 10 metri. Non possiamo fermarci, prendere un gelato andare a fare un bagno al mare”.
Il rapporto tra ‘ndrangheta, massoneria deviata e politica
Il rapporto tra ‘ndrangheta, massoneria deviata e politica
Per Gratteri non c’è un confine tra ‘ndrangheta e massoneria deviata perché con la creazione della Santa, ovvero la prima dote della Società Maggiore, è possibile che lo stesso ‘ndranghetista sia anche massone. “La ‘ndrangheta – ha sottolineato – già da prima dello stragismo, già dagli anni ’70, aveva accordi diretti con uomini delle istituzioni. Oggi è l’unica mafia presente in tutti i continenti”. Quanto alla politica, il procuratore di Catanzaro ribadisce la necessità di una nuova classe dirigente, soprattutto in Calabria. “Capita, ogni tanto, di imbatterci invece, qui in Calabria, nella Pubblica amministrazione calabrese, in gente che è entrata in un ente pubblico come usciere, come autista, e oggi è dirigente”. Gratteri si dice favorevole allo spoil-system nella pubblica amministrazione. “Io prenderei tutti i figli degli emigranti, tutti i laureati e tutti i professionisti che sono brillanti e che tornerebbero di corsa in Calabria”.
“Tutti mi chiedono di candidarmi”
Intanto si avvicinano le elezioni regionali. “Non è un segreto che tutti mi chiedano di candidarmi – ha ribadito – ma io assolutamente non dico nulla, non posso dire nulla. Faccio il procuratore di Catanzaro, ho la responsabilità di tre quarti della Calabria, di quattro province per quanto riguarda il contrasto alle mafie e purtroppo, ahinoi, nelle indagini ci capitano sempre pubblici amministratori o politici o uomini delle istituzioni, quindi non posso rispondere a questa domanda”.