L’audizione di Gratteri in commissione ha infiammato il dibattito sulla tanto discussa riforma Cartabia. Il ministro della Giustizia va però avanti per la sua strada e da Napoli fa sapere: “Lo status quo non è un’opzione sul tavolo”. Il percorso però si presenta assai tortuoso specie dopo l’allarme lanciato dal procuratore antimafia di Catanzaro (LEGGI QUI). Le reazioni non sono mancate e il Movimento Cinquestelle è già in subbuglio: depositati 916 emendamenti alla riforma. E’ quanto appreso dall’Agi in attesa della riunione dei gruppi di Camera e Senato a cui è previsto che partecipi anche l’ex premier e leader in pectore M5s, Giuseppe Conte. I parlamentari pentastellati hanno già fatto sapere il loro punto di vista: “L’audizione in commissione Giustizia alla Camera di Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, è stata drammaticamente chiara: la riforma del processo penale messa a punto dalla ministra Marta Cartabia deve essere modificata” (LEGGI QUI).
Il Pd chiede “aggiustamenti” sulla prescrizione
Il Pd chiede “aggiustamenti” sulla prescrizione
Chiede “aggiustamenti” il Partito democratico. “Il testo che uscito dal consiglio dei ministri ha necessità – e lo dicono tutti – di aggiustamenti”, ha osservato la capogruppo alla Camera, Debora Serracchiani, “entrando nel merito, uno di questi riguarda la prescrizione così come è stata immaginata, che ha una certa rigidità perchè potrà essere applicata in questa forma solo quando effettivamente avremo organici e un’organizzazione diversa della giustizia. Oggi purtroppo quei tempi non potranno essere rispettati. Per questo occorre intervenire per garantire gradualità e flessibilità della prescrizione”.
Le parole di Gratteri e di Cafiero de Raho
“Con l’improcedibilità prevista dalla riforma Cartabia”, ha avvertito Gratteri, “il 50 per cento dei processi, considerata la gran mole dei reati di mafia e maxi processo che celebriamo, saranno dichiarati improcedibili in appello. Se insistiamo non è per un fatto personale, perché i giudici lavoreranno molto meno e non ci sarà ansia di correre per la legge Pinto. E’ solo un fatto di sicurezza e credibilità dello Stato”, ha aggiunto. Sulla stessa linea il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero de Raho: “Immaginare che tanti processi vengano dichiarati improcedibili mina la sicurezza del Paese”. Si tratta di due dei magistrati che meglio conoscono il fenomeno mafioso e che da anni sono in prima linea. Posizioni non ideologiche e neanche a difesa della magistratura come più volte sottolineato nel corso delle loro audizioni.
La Cartabia non cede
Di sicuro le parole di Gratteri hanno spaccato il governo che sul tema della riforma Cartabia non è certamente compatto. La diretta interessata non cede di un millimetro e insiste: “Dopo quanto ho sentito su numeri delle pendenze, i tempi delle definizioni dei giudizi, i tempi delle trasmissioni degli atti mi domando: possiamo noi stare inerti e fermi di fronte a una giustizia che non è un Frecciarossa, che in un’ora e dieci ci porta da Napoli a Roma, che non deve fermarsi mai nelle campagne di Frosinone, ma possiamo restare sul calesse perché il Frecciarossa non si inceppi?”.