di Bruno Mirante – Nicola Gratteri ospite ad Asti della diciottesima edizione di “Passepartout”, festival letterario organizzato dalla Biblioteca Astense Giorgio Faletti, per la presentazione del suo ultimo libro “Non chiamateli eroi” scritto insieme ad Antonio Nicaso ma il sindaco, la giunta e 20 consiglieri di maggioranza non si presentano all’iniziativa. Le sedie vacanti in prima fila non sono passate inosservate.
A sottolineare quanto accaduto è stato il giornalista Beppe Rovera, che ha moderato l’incontro: “Partecipare – ha scritto in un post – sarebbe stato un segnale di attenzione, di preoccupazione, di volontà a proteggere la comunità di cui si è responsabili…”. Ma quando ad essere interpellato dai cronisti è stato il sindaco del comune piemontese, Maurizio Rasero, la risposta ha aperto il largo a un vespaio di polemiche. “Il nome di Gratteri – ha detto rispondendo a “La Stampa” – non l’avevo mai sentito in 40 anni. Non lo conosco. Non so chi sia. E comunque avevo già un impegno. Stamattina in una conferenza stampa sui progetti scolastici ho chiesto a tre persone: “Sai chi è Gratteri”, mi hanno risposto tutte “No”. Sono certo che l’astigiano medio, come me, non sappia chi sia. Adesso so che è un procuratore impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata. E sono orgoglioso che sia venuto ospite del festival Passepartout. Detto ciò – ha aggiunto il sindaco – io riesco a presenziare agli eventi quando posso. Non sempre posso e non mi devo certo giustificare per questo. Io comunque sono un tifoso dell’Inter, ma se mi si chiede di indicare i nomi di tre giocatori non li so. Tanto per capire come sono fatto”.
A sottolineare quanto accaduto è stato il giornalista Beppe Rovera, che ha moderato l’incontro: “Partecipare – ha scritto in un post – sarebbe stato un segnale di attenzione, di preoccupazione, di volontà a proteggere la comunità di cui si è responsabili…”. Ma quando ad essere interpellato dai cronisti è stato il sindaco del comune piemontese, Maurizio Rasero, la risposta ha aperto il largo a un vespaio di polemiche. “Il nome di Gratteri – ha detto rispondendo a “La Stampa” – non l’avevo mai sentito in 40 anni. Non lo conosco. Non so chi sia. E comunque avevo già un impegno. Stamattina in una conferenza stampa sui progetti scolastici ho chiesto a tre persone: “Sai chi è Gratteri”, mi hanno risposto tutte “No”. Sono certo che l’astigiano medio, come me, non sappia chi sia. Adesso so che è un procuratore impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata. E sono orgoglioso che sia venuto ospite del festival Passepartout. Detto ciò – ha aggiunto il sindaco – io riesco a presenziare agli eventi quando posso. Non sempre posso e non mi devo certo giustificare per questo. Io comunque sono un tifoso dell’Inter, ma se mi si chiede di indicare i nomi di tre giocatori non li so. Tanto per capire come sono fatto”.
Immediata la reazione della politica con il Movimento 5 Stelle di Asti che ha chiesto al sindaco di fare un passo indietro. “Il maldestro tentativo di giustificarsi facendosi scudo del cittadino medio (che lui proprio non é) od equiparando calciatori dell’Inter a magistrati antimafia – scrivono i grillini – non convince nessuno e ricopre di ridicolo l’istituzione che rappresenta”. Secondo il Partito democratico l’iniziativa con Gratteri “sarebbe potuta essere l’occasione per consegnare al procuratore Gratteri il sigillo della città, in segno di solidarietà e vicinanza con l’operato di tutte le donne e gli uomini che insieme a lui, ogni giorno, lottano contro le mafie. Sarebbe stato un segnale chiaro e inequivocabile per ribadire che Asti ripudia le mafie e che la politica astigiana sa bene da che parte stare”. E ancora: “Le numerose inchieste degli ultimi dieci anni dimostrano che l’Astigiano non è purtroppo immune dalla presenza della ’ndrangheta, che si infiltra sul territorio, contamina l’economia legale, soprattutto ora che la pandemia ha portato ad un aggravamento della situazione economica”. E ancora: “Le assenze della giunta comunale non ci stupiscono, è la stessa giunta – prosegue il Pd di Asti – che voleva far uscire Asti da Avviso Pubblico, la rete di comuni contro le mafie e la corruzione; è la stessa giunta che si schiera contro la legge regionale sul gioco d’azzardo patologico, piaga sociale che crea nuove povertà e terreno fertile per l’usura, attività svolta anche dal crimine organizzato; è la stessa giunta che ora, per bocca del vicesindaco Coppo, ricorda di aver ripristinato i controlli anticorruzione , dimenticandosi che quei controlli sono un obbligo di legge (l. 190/2012) e che dunque la Giunta si è limitata ad applicare una norma”.
Foto: La Stampa