E’ bastata una prefazione a un libro sul Covid per riportare Nicola Gratteri al centro delle polemiche. Il libro in questione è “Strage di Stato” scritto da Angelo Giorgianni e dal medico Pasquale Bacco, noti per le posizioni negazioniste sul Coronavirus. Stavolta il procuratore è stato addirittura accusato di essere un “negazionista” in un articolo apparso su “Il Foglio” ed è stata necessaria un’intervista a Repubblica per chiarire la sua posizione. “Io negazionista? Ma se in Procura – ha sottolineato Gratteri – siamo tutti vaccinati e abbiamo acquistato milioni di mascherine. Plexiglass in tutti gli uffici, dispenser di disinfettanti ogni cinque metri, sanificazioni regolari, accesso al pubblico limitato e tre nuove pec per il deposito degli atti. Questo non mi sembra certo l’ufficio di qualcuno che non crede nella pericolosità del Covid”.
Covid e ‘ndrangheta, l’ennesimo allarme
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Lo stesso Gratteri ha poi spiegato il senso di quanto scritto nella prefazione. “Mi sono limitato – ha dichiarato – a cogliere l’occasione che mi è stata offerta per lanciare per l’ennesima volta l’allarme sulla pandemia come nuova occasione di crescita e guadagno per le mafie. Un tema che da troppo tempo viene ignorato”.