“Aspetto dal 1986 un Governo che ritenga di fare una guerra totale alle mafie. Chi è stato al Governo non ha voluto un sistema giudiziario forte.
Sistema giudiziario forte significa controllare il manovratore. E il manovratore non vuole essere controllato”
Sistema giudiziario forte significa controllare il manovratore. E il manovratore non vuole essere controllato”
Sono le parole del Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, in onda oggi a Circo Massimo, su Radio Capital. “Con un sistema giudiziario diverso da quello attuale è possibile in dieci anni abbattere l’80% delle mafie, ma sarei prudente a parlare di sconfitta delle mafie. Sa perché? Perché in ognuno di noi c’è l’1% di mafiosità, nei nostri comportamenti quotidiani, nelle nostre reazioni. Pensateci”. Nel video l’intervista di Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto.
“Non è stata la politica a non volermi, ma Napolitano. Siccome è ancora in vita, sarebbe simpatico capire chi è andato a fargli visita qualche giorno prima e magari lo ha consigliato” – ha detto Gratteri rispondendo a una domanda sul fatto che fu molto vicino a diventare ministro della Giustizia del governo Renzi, ma la sua nomina saltò.
“I mafiosi sono tendenzialmente paranoici, depressi, persone che hanno bisogno continuamente della conferma dell’io. Ho arrestato gli ‘ndranghetisti di nuova generazione ma anche i loro padri e i loro nonni, e quelli di oggi non reggono più lo stress. I nonni e i padri erano molto duri, li condannavo a 20-30 anni e non battevano ciglio, li ho visti stare vent’anni in un buco di due metri quadri sotto tre metri di terra, vivevano come le talpe. Ma i loro figli e nipoti sono più pericolosi: uccidono di meno ma sono più difficili da indagare. Hanno miliardi di euro nascosti e riescono a corrompere. E oggi è molto più facile corrompere perché c’è un forte abbassamento della morale e dell’etica, quindi oggi il pubblico amministratore è più propenso a farsi corrompere”.
Nel suo libro “La rete degli invisibili” (scritto con Antonio Nicaso, edito da Mondadori), Gratteri spiega che “ci siamo sforzati di descrivere cos’è la ‘ndrangheta oggi, studiandola anche dal punto di vista psicologico”. Quanto alle parole di Giovanni Falcone, che disse che la mafia prima o poi finirà, Gratteri osserva che “nel rispetto della Costituzione, con un sistema giudiziario proporzionato alla realtà criminale, possiamo abbattere l’80% delle mafie in dieci anni. L’altro 20% è la mentalità mafiosa che c’è in ognuno di noi. Servono istruzione e cultura, ma è un percorso lungo, che richiede vent’anni. C’è una politica oggi in grado di ragionare da qui a vent’anni?”.
Redazione Calabria 7