di Mimmo Famularo – Gratteri via da Catanzaro? Secondo il Giornale è un’ipotesi tutt’altro che remota. A novembre, infatti, l’attuale capo della Procura della Repubblica di Milano, Francesco Greco, compirà 70 anni e andrà quindi in pensione lasciando vacante uno dei posti più ambiti nel mondo della magistratura italiana. L’ultima sentenza del Tar del Lazio, che ha azzerato la nomina del procuratore di Roma, apre nuovi scenari che coinvolgono anche Milano, l’altro ufficio di Procura più importante d’Italia. In effetti le grandi manovre per la successione a Greco sono già partite e in campo potrebbe scendere anche Nicola Gratteri, da quasi quattro anni a capo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
La sentenza del Tar e le quotazioni in ascesa
La sentenza del Tar e le quotazioni in ascesa
Area, la corrente di sinistra, punterebbe sull’attuale procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, ma le sue quotazioni sono in discesa dopo la sentenza del Tar del Lazio che ha ribadito due principi chiave da seguire nella nomina dei procuratori: aver guidato una Procura è un titolo preferenziale per guidarne un’altra e il radicamento territoriale, ovvero conoscere la realtà locale, non lo è. C’è di più, i giudici amministrativi hanno confermato un altro principio: il concorso per procuratore è su base nazionale. Principi precisi che alimentano le quotazioni di Nicola Gratteri il quale starebbe riflettendo sull’opportunità di lasciare la Calabria in anticipo per andare a dirigere la Procura di Milano e da qui continuare la sua lotta alla ‘ndrangheta e al malaffare. Le voci si susseguono anche tra i corridoi del Tribunale di Catanzaro. Fin qui non sono arrivate conferme ma neanche smentite. Molto dipenderà anche dai tempi e dalla modalità con le quali il Consiglio superiore della Magistratura bandirà il concorso per la successione di Greco a capo della Procura di Milano.
I grattacieli di Milano e gli “invisibili” della ‘ndrangheta
Di sicuro Gratteri, qualora decidesse davvero di essere della partita, sarebbe un candidato autorevole, forse il più forte, seppur senza l’appoggio di alcuna corrente e in aperto contrasto con buona parte dell’avvocatura che non lo ha mai amato. Non è la prima volta che il nome del magistrato di Gerace viene associato a quello della Procura Milano. Era già successo nel 2017 quando optò per Catanzaro seguendo coerentemente una linea di continuità di contrasto alla ‘ndrangheta dal fronte calabrese. Quattro anni dopo tante cose sono cambiate, Gratteri ha sferrato l’assalto a tutta quell’area grigia che alimenta il potere delle mafie in Calabria e in Italia. Oggi ha meno fans e più detrattori come dimostra la campagna di delegittimazione avviata e proseguita da firme “radical chic” dopo la maxi inchiesta “Rinascita Scott”. Lui non demorde e non arretra di un millimetro. Piuttosto avanza e prepara la sfida finale, quella agli “invisibili” della ‘ndrangheta che potrebbe adesso ritrovare nei grattacieli di Milano.
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