“Quello che mi dispiace di più è dover interrompere questo percorso a Catanzaro, sarebbero bastati altri 5 cinque anni per fare cose ancora più importanti, ma sono sicuro che i miei colleghi sotto la guida del procuratore vicario Vincenzo Capomolla sapranno tenere la barra dritta. Ci sono tante indagini iniziate, il solco è tracciato, sarebbe da pazzi non continuare, in termini di qualità e di efficienza, a fornire le risposte che questa Procura finora ha saputo dare”. Visibilmente emozionato Nicola Gratteri, per sette anni procuratore capo di Catanzaro, lascia il timone della Dda del capoluogo calabrese con i suoi sette distretti per guidare la Procura più grande di Europa per numero di magistrati dove da giorno 20 si insedierà ufficialmente. E va via portando nel cuore l’abbraccio dei suoi magistrati, del procuratore generale della Corte di appello, dei vertici della Finanza, dei Carabinieri, della Polizia, che hanno lavorato gomito a gomito con lui organizzando, per salutarlo, un concerto nel chiosco della Procura, il suo fiore all’occhiello.
Dalla super Procura all’aumento di organico
Dalla super Procura all’aumento di organico
“Lascio questo bellissimo monumento che abbiamo costruito in poco tempo, un edificio, che alcuni pensatori di Catanzaro, avrebbero voluto farne un centro culturale, ma solo dopo che io ho manifestato la volontà di voler far sorgere la nuova Procura, quando per 12 anni questo palazzo stava cadendo a pezzi, fatiscente, perché nessuno si è preoccupato di fare qualcosa quantomeno per il tetto. Abbiamo avuto la determinazione e la forza con i miei collaboratori di trovare i soldi, di mettere attorno a un tavolo ministri, direttori del Demanio, la Sovraintendenza alle Belle arti, realizzando a stretto giro il nuovo Palazzo di giustizia. Poi lo abbiamo riempito di contenuti, perché siamo riusciti ad aumentare la pianta organica di almeno 13 pm, 26 giudici con relative segreterie. Abbiamo creato un indotto a Catanzaro, il Centro è pieno di magistrati e di impiegati. Abbiamo aumentato la qualità della polizia giudiziaria. E dopo abbiamo fatto indagini e ottenuto risultati per noi soddisfacenti, avremmo potuto fare di più se avessi avuto più tempo, avremmo fatto cose più importanti, però si fanno le cose in base a quello che si ha”.
“Non alzo mai la voce e non perdo il controllo, sono un decisionista”
Gratteri si racconta davanti alla stampa che gli formula una serie di domande, parla del suo fare squadra con i colleghi, dell’abitudine di prendere al mattino il caffè insieme, indicando loro cosa avrebbe fatto o detto al loro posto in una determinata udienza, ammette di non perdere mai il controllo: “Raramente mi arrabbio e alzo la voce, più gridi e meno forza e potere hai. Io non ho bisogno di gridare, ragiono con i magistrati, li avverto una volta, massimo due e avvertirli una seconda volta è già brutto segno, poi sono conseguenziale, non lascio mai le cose a metà. Sono un decisionista. A Napoli mi porto una cosa bella, tra le tante, l’idea che i calabresi hanno un po’ più fiducia nelle loro forze e nelle loro energie, abbiamo dato un po’ di speranza, non vedo più la gente totalmente rassegnata come lo era 7 anni fa, adesso ci sono pezzi di società che iniziano a credere”. Fino a due giorni fa Gratteri, come era solito fare, riservando un giorno a settimana all’ascolto della gente comune, ha ricevuto tutta una sfilza di persone, andati da lui per denunciare, uomini e donne che lo considerano l’ultima spiaggia, preoccupati per la sua partenza e li ha rassicurati, dicendo loro che nulla sarebbe cambiato.
“Conosco i poteri forti, ma ho i nervi di acciaio e non faccio falli di reazione”
Non nasconde di conoscere le logiche dei poteri forti, che ha combattuto e combatte per raggiungere i suoi obiettivi di legalità: “Chi mi conosce da tanti anni sa che lavoro con il codice in mano, conosco bene la massoneria deviata, so cosa sono gli sgambetti. Per tanti anni ho mangiato pane e veleno, so perfettamente dove cercano e dove cercheranno di dare botte, ma io ho avuto ed ho spalle larghe e nervi di acciaio, non ho mai fatto falli di reazione. Sono stato provocato tantissime volte anche in modo rozzo e scomposto, fatto appositamente pur di farmi perdere la pazienza ed ho ricambiato con il sorriso, dicendo tra me e me ‘poveretti’.
“Ho ascoltato tutti anche coloro che avevano addosso i Trojan. Non ho mai chiuso le porte a nessuno”
Sul suo essere etichettato come un “giustizialista”, Calabria7 gli ha chiesto come mai l’Ordine degli avvocati non ha preferito avere prima un’interlocuzione vera con lui, anzicchè affidare immediatamente alla stampa il loro punto di vista. La risposta?: “E’ una domanda che bisognerebbe porre a loro”, ma qualcosa in più la dice, con la schiettezza che lo contraddistingue, quella schiettezza che non usa mezzi termini e che puoi solo amare o odiare: “Alcuni di loro sono venuti in privato a chiedermi scusa, ed io ho detto ‘lei è un personaggio pubblico e lo sono anche io’, proprio per questo bisogna avere il coraggio anche di dire in pubblico ho sbagliato. Io ho bisogno di rapporti veri, è importante guardarsi negli occhi e dire sempre quello che si pensa, perché io ho sempre messo tutti nelle condizioni di dire quello che pensano, non ho mai chiuso le porte a nessuno, io ho parlato con tutti, con la gente più umile del mondo, con gli indagati, con gli imputati, anche con persone che sapevo che avevano il trojan addosso, non ho problemi.
“Se qualcuno continua a narrare un Gratteri che non esiste, il problema è suo”
Se qualcuno è stato scomposto o continua a narrare un Gratteri che non esiste è un problema suo, non mio. Nonostante i linciaggi mediatici, ho continuato imperterrito a fare quello che stavo facendo e non è che dopo aver letto certe cose false, io ho cambiato atteggiamento o direzione anzi stavo più concentrato”. E su possibili contrasti anche a Napoli, il procuratore non si preoccupa affatto, rispondendo con un laconico: “mi dispiace per loro. Le rivoluzioni non piacciono, si preferisce lo status quo”. Ma come sarà il suo primo giorno come procuratore capo della capitale partenopea? Ascolterò i magistrati, ci sono colleghi anziani e preparati, poi farò sintesi e farà il decisionista come sempre”.










