Grazie Maestro, grazie nonno Andrea

Di Luca Marino

Saggezza, capacità narrativa, un sigaro in bocca e tantissima umanità.  Così lo descrivevano i critici letterari. Ci lascia il maestro della letteratura italiana contemporanea Andrea Camilleri, un gigante del ‘900 che è riuscito ad unire il nord al sud, con sapiente maestria, come solo lui sapeva fare.

Saggezza, capacità narrativa, un sigaro in bocca e tantissima umanità.  Così lo descrivevano i critici letterari. Ci lascia il maestro della letteratura italiana contemporanea Andrea Camilleri, un gigante del ‘900 che è riuscito ad unire il nord al sud, con sapiente maestria, come solo lui sapeva fare.

Di lui ci mancherà quella voce consumata dal tabacco, ma che incantava il pubblico durante i suoi monologhi e potevi stare a sentire per ore senza mai stancarti.

Di lui ci mancheranno le riflessioni sulla politica attuale e la paura di una deriva fascista, quel fascismo che lui aveva vissuto e che diceva: «Oggi molti italiani rimpiangono il fascismo e si sono dimenticati in virtù della loro scarsa memoria che già prima del 1938 c’erano stati il bavaglio alla stampa, la censura sui libri da leggere, l’impossibilità di esprimere un parere personale… L’italiano, e lo dico per i miei fratelli, ha memoria solo per due cose: Sanremo e le formazioni calcistiche, per il resto ha una labilità di memoria che fa spavento».

Nel suo Montalbano, anche uno spicchio di Calabria, con l’attore Peppino Mazzotta che ha interpretato l’ispettore Fazio in tutti gli episodi della fortunata serie televisiva. Grazie Maestro, grazie nonno Andrea, per tutto quello che ci hai regalato, per i sorrisi e le emozioni che solo una penna senza tempo come la tua poteva vergare la carta e far viaggiare i lettori in un magico universo parallelo.

Faremo tesoro dei tuoi preziosi consigli, specialmente sulla tua ferma idea di leggere sempre, ma leggere e capire, perché sagacemente dicevi: «Non basta leggere, bisognerebbe anche capire. Ma capire è un lusso che non tutti possono permettersi». E di non avere mai paura dell’altro perché: «tu rispetto all’altro sei l’altro».

Redazione Calabria 7

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