Da lunedì 18 ottobre prossimo 2 milioni di lavoratori rimarranno a casa perché impossibilitati a sottoporsi al tampone per ricevere l’ormai noto Green Pass. Le farmacie e le strutture pubbliche/private dedicate a questo servizio non sono in grado di supportare giornalmente un numero di test sufficienti per coprire la domanda. Secondo le stime del Governo, infatti, sarebbero 3 milioni i lavoratori senza il certificato verde, il 13% degli occupati in Italia. Persone che per accedere al posto di lavoro entro fine anno dovranno fare, ad intervalli di due giorni, il tampone per avere il green pass.
Il diritto al lavoro
Il diritto al lavoro
“Se il Governo ha deciso per decreto di consentire l’ingresso negli uffici e nelle fabbriche solo a chi ha il Green pass – e quest’ultimo è ottenibile attraverso il vaccino o il tampone – lo Stato deve garantire la possibilità di fare il tampone anche a chi non vuole somministrarsi il siero”. E’ quanto rileva la Cgia di Mestre. Diversamente lederebbe il diritto al lavoro a milioni di persone, venendo meno a un principio fondamentale di uno Stato di diritto: la legalità. Questa deve essere sempre rispettata sia dai soggetti pubblici sia da quelli privati. Per risolvere questa situazione – secondo la Cgia, il Governo ha due possibilità: stabilire che il green pass si ottiene solo attraverso l’inoculazione del vaccino o mobilitare Esercito e Protezione civile per diffondere sul territorio unità mobili in grado di fare i test, garantendo a tutti il diritto di conseguire, ancorche’ temporaneamente, il certificato verde.
Calabria al secondo posto
La regione con più no-vax è la Sicilia (24,3%) con 625.565 non vaccinati. Poi la Calabria (23,4%,226.745), la Provincia Autonoma di Bolzano (22,7%, 63.570), la Valle d’ Aosta (21%,13.017) e le Marche (20,4%,156.724). Le regioni più virtuose, invece, sono: Lombardia (14,3% i non vaccinati), Lazio (14,2%) e Toscana (13,8%). Tra le 4 macro aree del Paese è il Sud con il più alto numero di non vaccinati (2.143.769, il 20% del totale della popolazione tra i 20 e i 59 anni). In Italia, infine, i no-vax in età lavorativa sono 5.432.118, pari al 17,4% della coorte 20-59 anni.