Guardie mediche chiuse in Calabria, pronte denunce per interruzione di pubblico servizio

Scenario inquietante per migliaia di cittadini residenti in aree interne, con strade disastrate e trasporti pubblici praticamente inesistenti

“Prosegue senza sosta il piano di smantellamento dei presidi sanitari sul territorio. Ci giungono segnalazioni di guardie mediche totalmente chiuse. La retorica dell’impegno incessante per garantire la salute dei cittadini s’infrange contro la nera realtà quotidiana – sostiene Francesco Di Lieto vicepresidente nazionale del Codacons – . Petronà, Sersale abbandonate senza guardie mediche. Un disservizio che finisce per incidere negativamente sull’assistenza sanitaria in emergenza sul territorio. Per l’associazione non è in alcun modo accettabile il drastico smantellamento dei servizi sul territorio. Praticamente si cerca di risparmiare sulla salute dei calabresi e si finisce per mettere a repentaglio la vita di intere comunità. Quando la toppa è peggiore del buco. Un folle ridimensionamento dei Poli Sanitari Territoriali ndice di un preciso disegno per far saltare la medicina territoriale ed affossare la sanità pubblica. Uno scenario inquietante per migliaia di cittadini che ogni giorno dalle aree interne, hanno necessità di rivolgersi alla sanità pubblica”.

Mancano guardie mediche in aree con strade disastrate

Mancano guardie mediche in aree con strade disastrate

“Aree – prosegue il Codacons – già penalizzate da una rete viaria disastrata ed insufficiente e da trasporti pubblici praticamente inesistenti. In buona sostanza un invito a rinunciare alle cure ovvero a sobbarcarsi un avvilente pellegrinaggio verso gli ospedali. Poi non lamentiamoci se i Pronto Soccorso sono congestionati. Chiudendo ogni attività sul territorio, lasciando le ambulanze senza medici, si finisce per intasarli e renderli inefficienti”. “Purtroppo il servizio pubblico, già drammaticamente sottodimensionato – continua Di Lieto – s’inchina a logiche incomprensibili che hanno sullo sfondo un totale disprezzo per la salute dei pazienti. Anche per questo ci saremmo attesi – incalza il Codacons – una corale indignazione da parte dei Sindaci. L’associazione chiede spiegazioni al Commissario per la sanità calabrese per comprendere le ragioni di una drammatica quanto illegittima penalizzazione che, in sostanza, si traduce in una vera e propria interruzione di pubblico servizio. Pretendiamo puntuali spiegazioni circa una decisione che finisce per negare assistenza sanitaria a tantissimi Cittadini. Caso contrario non esiteremo a denunciare l’interruzione di pubblico servizio e riterremo i vertici regionali responsabili delle conseguenze che dovesse subire la popolazione”.

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