Tira una brutta aria a Palazzo dei Nobili. Le ultime sedute del Consiglio comunale hanno fatto emergere tutte le contraddizioni interne alla cosiddetta “maggioranza Bosco” che da centro fino alla sinistra in modo trasversale sostiene il sindaco Nicola Fiorita e la sua giunta. A Catanzaro è in atto una vera e propria “guerra delle poltrone” e ad animare questo scontro all’arma bianca, che si gioca dietro le quinte dei banchi occupati dal centrosinistra e tra i corridoi del palazzo comunale, sono le ambizioni di singoli consiglieri comunali determinati ad avere più peso e più visibilità per loro e per chi li sostiene. Scavalcando ogni logica politica e partitica, tirano dalla giacca il sindaco che l’anatra zoppa ha messo sotto ricatto di singoli componenti dell’Assemblea guidata dal presidente Gianmichele Bosco.
La partita delle Partecipate
La partita delle Partecipate
E’ risaputo che l’inchiesta sul clan degli zingari (LEGGI QUI) ha fatto saltare un accordo già concluso che prevedeva l’ingresso in giunta, con contestuale allargamento della maggioranza, di alcuni “transfughi” del centrodestra. Rimpasto rinviato a data da destinarsi e mal di pancia in aumento con l’avvicinarsi di un’altra partita: la designazione dei nuovi manager che dovranno dirigere le due partecipate del Comune, Catanzaro Servizi e Amc. Nelle scorse ore sono stati pubblicati i relativi avvisi per la nomina dei rispettivi amministratori. Gli attuali incarichi sono in scadenza e al vertice delle due società si collocano Rosario Munizza (nominato a suo tempo in quota Tallini) e Marco Azzarito Cannella, prima in orbita Montuoro e adesso in avvicinamento (dicono i soliti bene informati) a Talerico. L’inevitabile turnover sta scatenando una serie di appetiti in seno alla maggioranza che sostiene Nicola Fiorita. I nodi stanno velocemente venendo al pettine e la “grana” partecipate non è più rinviabile. Dal gruppo Talerico fino all’ala sinistra della maggioranza passando per il Pd sono diversi i nomi dei manager o presunti tali che aspirano a essere collocati ai vertici di Catanzaro Servizi e Amc. La lista è lunga anche se si è ristretta con il nuovo regolamento per il quale gli aspiranti amministratori devono aver ricoperto ruoli manageriali in aziende private o pubbliche e aver maturato tutte quelle competenze che un ruolo dirigenziale del genere richiede.
Il rebus della nuova giunta
Intanto emerge una scollatura sempre più evidente tra pezzi del Consiglio comunale e l’attuale giunta guidata da Nicola Fiorita. Sono ormai all’ordine del giorno gli attacchi all’assessore all’Ambiente Aldo Casalinuovo finito nel mirino di Antonello Talerico e dei suoi fedelissimi. Colpisce l’atteggiamento di alcuni consiglieri comunali dell’ala sinistra che “bersagliano” con frecciate ormai non più tanto occulte Donatella Monteverde, la contestata assessore alla Cultura, vicinissima al sindaco e, al contrario di altri suoi colleghi, eletta a suon di voti. Non passa inosservata poi la “faida” interna al Partito democratico dove si sta consumando a Catanzaro, come in Calabria e nel resto del Paese, un derby interno tra i sostenitori di Elly Schlein e quelli di Bonaccini. Si è passati da un partito dilaniato dalle correnti a uno diviso in due fazioni con il rischio scissione sempre dietro l’angolo. Cose da Pd, insomma. A Catanzaro questa partita si gioca tra l’ala governista, rappresentata dal vice sindaco e presidente dell’Assemblea regionale dei Dem Giusy Iemma e dal capogruppo Fabio Celia, e l’ala movimentista, guidata dall’ex sardina Jasmine Cristallo, invisa a Talerico e soci. Da una parte il pragmatismo di chi è stato legittimato da un voto popolare, dall’altra l’idealismo evanescente di chi è convinta di avere un prestigioso peso politico non ancora commisurato dal punto di vista elettorale. In mezzo le ambizioni di Antonello Talerico che vorrebbe raddoppiare la sua rappresentanza in giunta e che addirittura ha preannunciato cambi nell’esecutivo entro l’estate cucendosi addosso il ruolo di “sindaco ombra”.
I cinque consiglieri “delusi”
A sinistra di Fiorita si chiede più spazio e più visibilità. I cinque “delusi” hanno un nome e un cognome e fonti accreditate fanno quelli di Capellupo, Palaia, Buccolieri, Serraino e Sergi i quali auspicherebbero un azzeramento dell’esecutivo. Tra i “malpancisti” figura anche Nunzio Belcaro ma per ragioni diverse. Vorrebbe un cambio di passo per risolvere i tanti problemi di Catanzaro più che un posto in giunta. In linea, almeno su questo punto, con il professore Valerio Donato che, nel corso delle interlocuzioni con i vertici del Pd, non ha chiesto poltrone ma un programma condiviso. Insieme al Pd e a Fiorita lavorerebbe alla costituzione di una maggioranza perimetrata nel centrosinistra ma l’impresa è ardua tra le ambizioni del bulimico Talerico (con Occhiuto in Regione, con Fiorita e compagni al Comune) e i malumori della sinistra “radical chic” non più disposta a fare la comparsa.