I furbetti del cartellino all’Asp di Catanzaro, in 57 a processo (NOMI)

Un patteggiamento nell'ambito dell'inchiesta sugli assenteisti all'Asp e al Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, nome in codice "Cartellino Rosso"

di Gabriella Passariello-  Un solo patteggiamento e tutti gli altri a giudizio. Il gup del Tribunale di Catanzaro Alfredo Ferraro ha mandato a processo 57 dei 58 imputati, tra dirigenti e dipendenti dell’Asp e dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio, nei confronti dei quali si ipotizzano i reati di truffa ai danni di un ente pubblico e di attestazione fraudolenta della presenza in servizio, coinvolti nell’inchiesta “Cartellino Rosso”, che ha portato il 23 aprile dell’anno scorso ad un’ordinanza cautelare di interdizione dal servizio per 15 dipendenti emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro Claudio Paris, su richiesta della Procura. Ha invece patteggiato la pena a 2 anni di reclusione Giuseppe Ciambrone, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro in servizio nella Struttura organizzativa complessa Risorse economiche finanziarie, difeso dall’avvocato Giuseppe Risadelli.

Vanno a processo 

Vanno a processo 

Il giudice per le udienze preliminari ha rinviato a giudizio Marcello Ferro, 58 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro in servizio presso la struttura organizzativa complessa Risorse tecniche e dipartimento amministrativo; Carlo Nisticò, 62 anni, direttore responsabile della Struttura operativa complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp; Francesco Salvatore Sinopoli, 64 anni, dipendente in servizio della Struttura operativa complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp; Silvano Tolomeo, 68 anni, direttore amministrativo della Direzione di programmazione e controllo dell’Asp di Catanzaro (direttore di struttura complessa); Alessandro Ruggiero, 59 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro addetto al servizio di portineria; Carmine Lopez, 65 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro addetto al servizio di portineria; Vitaliano Palaia, 60 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro; Rosario Tomarchio, 56 anni, dipendente in servizio della Struttura organizzativa complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp ; Mario Mangiacasale, 67 anni, dipendente in servizio all’Asp di Catanzaro, struttura operativa complessa Gestione tecnica patrimoniale; Enrico Caruso, 58 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro in servizio della Struttura organizzativa complessa Risorse tecniche; Maurizio Mazziotti, 57 anni, dipendente in servizio all’Asp di Catanzaro, struttura organizzativa complessa Affari generali; Giuseppe Raciti, 63 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro, in servizio alla struttura organizzativa complessa Risorse economiche finanziarie; Giovanni Ronchi, 65 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro in servizio alla struttura organizzativa complessa Risorse umane; Giuseppe Folino Gallo, 51 anni, dipendente in servizio della Struttura operativa complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp; Antonio Aloi, 58 anni, dipendente in servizio della Struttura operativa complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp e attualmente membro dell’Ufficio antimafia dell’Asp; Giorgio Costantino, 64 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro in servizio alla Direzione generale; Vincenzo Mancuso, 54 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro in servizio presso la struttura organizzativa complessa Risorse economiche e finanziarie; Leonardo Notaro, 64 anni, dipendente in servizio della Struttura operativa complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp; Bruno Umbro, 57 anni; Salvatore Sollima, 45 anni;  Annamaria Mazza, 63 anni, di Catanzaro; Pasquale Santaguida, 50 anni;  Nicola Battista, 65 anni;Raffaele Capicotto, 65 anni; Saverio Fontanella, 64 anni; Onofrio Francesco Galati, 53 anni; Rosario Mungo, 62 anni; Luigi Raimondo, 63 anni; Carmine Nicoletta, 63 anni; Anna Matteini, 60 anni; Sergio Tulelli, 65 anni; Domenico Montuoro, 62 anni; Mario Calabretta, 64 anni; Filomena Minichini, 67 anni; Michele Merola, 64 anni; Rossella Marchio, 57 anni;Tommaso Caligiuri, 56 anni; Donato Modugno, 69 anni; Leandro Bianchi, 66 anni; Salvatore Abramo, 60 anni; Antonio Facciolo, 60 anni, dipendente in servizio della Struttura operativa complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp; Vincenzo Ursini, 66 anni; Giacobbe Leone, 64 anni; Giovanni Manno, 55 anni dipendente in servizio della Struttura operativa complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp; Massimo Costa, 57 anni; Ivan Mancuso, 45 anni, assistente tecnico in forza alla Struttura complessa gestione tecnico professionale dell’Asp di Catanzaro e attualmente membro dell’Ufficio antimafia dell’Asp; Benito Rocco Scalone, 59 anni; Carmine Parrottino, 66 anni, dipendente in servizio della Struttura operativa complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp; Caterina Tallarico, 56 anni;Rosa Vaccaro, 62 anni; Caterina Falcone, 58 anni;Teresa Arena, 53 anni; Rocco Gregorio Riccio, 66 anni; Michele Cristofaro, 57 anni; Alfredo D’Aloja, 57 anni e Assunta Dante, 48 anni. Il processo inizierà il prossimo 9 maggio in aula bunker davanti ai giudici del Tribunale collegiale di Catanzaro.

L’inchiesta e i soldi intascati

Secondo le ipotesi accusatorie c’è chi si sarebbe allontanato dal posto di lavoro senza timbrare il cartellino per andare al bar, dal fioraio, a fare la spesa o a comprare le pizze, chi invece a lavoro non ci sarebbe proprio andato, pur risultando in servizio grazie all’amico compiacente a cui l’assenteista aveva lasciato il marcatempo, provvedendo a beggiare entrata e uscita al suo posto e chi paradossalmente si sarebbe spostato dal luogo di servizio per timbrare poi l’uscita nei lettori badge di altri uffici vicini all’abitazione di residenza. Assenze tutte ingiustificate, ma retribuite. Un’inchiesta che attesta, attraverso pedinamenti, videoregistrazioni e i tabulati dei dispositivi marcatempo, anche l’assenza di controlli del dirigente Carlo Nisticò, ex consigliere comunale, che invece di vigilare sull’operato dei propri sottoposti, secondo le ipotesi di accusa, si scambiavano reciproci favori garantendosi vicendevolmente una sorta di impunità dalle loro “fughe” dal lavoro. Ammonta a circa 20mila euro la somma immeritatamente intascata da 18 indagati, oggi imputati,  per i quali il pm titolare del fascicolo aveva chiesto il sequestro preventivo pari all’importo illecitamente sottratto all’Azienda: Carlo Nisticò 2.636,33 euro; Marcello Ferro 2.566,68 Alessandro Ruggiero 1.958,56; Silvano Tolomeo 1.709,40; Carmine Lopez 1.600,76 euro; Francesco Salvatore Sinopoli 1.551,94; Giuseppe Ciambrone 948,45 euro; Giuseppe Raciti 856 euro; Giovanni Ronchi 857,21 euro; Enrico Caruso 646,668 ; Vitaliano Palaia, 660, 90; Rosario Tomarchio 444,62 euro; Maurizio Mazziotti 426, 30 euro Vincenzo Mancuso, 397,128; Giorgio Costantino 138,29 euro; Giuseppe Folino Gallo, 135,24 euro e Antonio Aloi 125,48 euro.

Il capo del gruppo e i favori tra colleghi

Il dominus dell’organizzazione truffaldina sarebbe stato Carlo Nisticò, direttore responsabile della Struttura complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp di Catanzaro, che nell’arco di soli quattro mesi, sarebbe risultato assente ingiustificato per più di 46 ore con danno per l’ente pubblico per oltre 2.600 euro. Il cartellino del dirigente risultava correttamente timbrato, solo che il suo badge sarebbe stato strisciato sul dispositivo elettronico aziendale, da Gallo, Sinopoli, Notaro e Aloi, che lo coprivano mentre Nisticò si trovava altrove, violando i doveri di lealtà e probità inerenti il pubblico servizio svolto. Trentasette gli episodi documentati, uno fra tutti quello del 16 marzo 2017: Aloi copre l’assenza di Nisticò strisciando il badge personale di entrata a lavoro alle 9.44 mentre il dirigente arriva in ufficio, ben cinque ore dopo, alle 15.43. Un episodio paradossale è poi quello che riguarda Sinopoli, dipendente Asp di Catanzaro, che secondo le ipotesi di accusa, avrebbe attestato la propria presenza in servizio timbrando in ingresso e in uscita nei lettori presentati in altri plessi aziendali e in particolare al lettore 52 del Polo Asp di Squillace, vicino alla sua abitazione, “con conseguente fraudolenta anticipazione dell’orario di ingresso e fraudolenta posticipazione dell’orario di uscita dalla sede di lavoro, senza che vi fossero giustificazioni su eventuali attività lavorative esterne”. Sinopoli timbra il cartellino di Tomarchio in entrata alle 7.17 e in uscita alle 15.45, negli uffici del Polo di Squillace,  il 30 marzo 2017, giorno in cui lo stesso Tomarchio, però, risulta in ferie.

Il collegio difensivo

Impegnati nel collegio difensivo tra gli altri, gli avvocati Eugenio Felice Perrone, Sonia Mirarchi, Valerio Murgano, Aldo Casalinuovo, Domenico Pietragalla, Vittoria Aversa, Danilo Iannello, Vincenzo Ioppoli, Saverio Loiero e Armodio Migali.

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