I “furbetti” del cartellino all’Asp di Catanzaro, il pm in aula: “Tutti a processo” (NOMI)

Per un imputato è stata formalizzata la richiesta di patteggiamento, mentre devono essere ancora sanate le posizioni di Candeliere e Costantino coinvolti in Cartellino Rosso

di Gabriella Passariello- C’ è chi si allontanava dal posto di lavoro senza timbrare il cartellino per andare al bar, dal fioraio, a fare la spesa o a comprare le pizze, chi invece a lavoro non ci andava proprio, ma risultava ugualmente in sevizio grazie all’amico compiacente a cui l’assenteista aveva lasciato il marcatempo, provvedendo a beggiare entrata e uscita al suo posto e chi paradossalmente si spostava dal luogo di servizio per timbrare poi l’uscita nei lettori badge di altri uffici vicini all’abitazione di residenza. Assenze tutte ingiustificate, ma retribuite. Il pm Domenico Assumma oggi nell’aula bunker davanti al gup ha ribadito in aula la richiesta di rinvio a giudizio per 55 imputati tra dirigenti e dipendenti dell’Asp e dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio, nei confronti dei quali si ipotizzano i reati di truffa ai danni di un ente pubblico e di attestazione fraudolenta della presenza in servizio, coinvolti nell’inchiesta “Cartellino Rosso”, che ha portato il 23 aprile dell’anno scorso ad un’ordinanza cautelare d interdizione dal servizio per 15 dipendenti emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro Claudio Paris, su richiesta della Procura. Per un altro imputato, Giuseppe Ciambrone, difeso dall’avvocato Giuseppe Risadelli, è stata formalizzata la richiesta di patteggiamento, mentre devano essere ancora sanate le posizioni di Maurizio Candeliere e Giorgio Costantino, stralciate per difetti di notifica. Il giudice Alfredo Ferraro ha ammesso la costituzione di parte civile dell’Asp e dell’Azienda ospedaliera Pugliese- Ciaccio, poi l’inizio delle arringhe difensive, nel cui collegio compaiono i nomi di Sonia Mirarchi, Danilo Iannello, Aldo Casalinuovo, Eugenio Felice Perrone, Ennio Curcio, Saverio Loiero, Domenico Pietragalla, Francesco Severino, Maurizio Belmonte, Antonio Rania, Francesco Iacopino, Valerio Murgano, e il rinvio dell’udienza al prossimo 16 aprile per la decisione sui rinvii a giudizio e sulla richiesta di patteggiamento.

Tutti i nomi degli imputati 

Tutti i nomi degli imputati 

Marcello Ferro, 58 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro in servizio presso la struttura organizzativa complessa Risorse tecniche e dipartimento amministrativo; Carlo Nisticò, 62 anni, direttore responsabile della Struttura operativa complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp; Francesco Salvatore Sinopoli, 64 anni, dipendente in servizio della Struttura operativa complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp; Silvano Tolomeo, 68 anni, direttore amministrativo della Direzione di programmazione e controllo dell’Asp di Catanzaro (direttore di struttura complessa); Alessandro Ruggiero, 59 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro addetto al servizio di portineria; Carmine Lopez, 65 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro addetto al servizio di portineria;  Giuseppe Ciambrone, 68 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro in servizio presso la Struttura organizzativa complessa Risorse economiche finanziarie; Vitaliano Palaia, 60 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro; Rosario Tomarchio, 56 anni, dipendente in servizio della Struttura organizzativa complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp ; Mario Mangiacasale, 67 anni, dipendente in servizio all’Asp di Catanzaro, struttura operativa complessa Gestione tecnica patrimoniale; Enrico Caruso, 58 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro in servizio della Struttura organizzativa complessa Risorse tecniche; Maurizio Mazziotti, 57 anni, dipendente in servizio all’Asp di Catanzaro, struttura organizzativa complessa Affari generali; Giuseppe Raciti, 63 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro, in servizio alla struttura organizzativa complessa Risorse economiche finanziarie; Giovanni Ronchi, 65 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro in servizio alla struttura organizzativa complessa Risorse umane; Giuseppe Folino Gallo, 51 anni, dipendente in servizio della Struttura operativa complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp; Antonio Aloi, 58 anni, dipendente in servizio della Struttura operativa complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp e attualmente membro dell’Ufficio antimafia dell’Asp; Giorgio Costantino, 64 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro in servizio alla Direzione generale; Vincenzo Mancuso, 54 anni, dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro in servizio presso la struttura organizzativa complessa Risorse economiche e finanziarie; Leonardo Notaro, 64 anni, dipendente in servizio della Struttura operativa complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp; Bruno Umbro, 57 anni; Salvatore Sollima, 45 anni;  Annamaria Mazza, 63 anni, di Catanzaro; Pasquale Santaguida, 50 anni;  Nicola Battista, 65 anni;Raffaele Capicotto, 65 anni; Saverio Fontanella, 64 anni; Onofrio Francesco Galati, 53 anni; Rosario Mungo, 62 anni; Luigi Raimondo, 63 anni; Carmine Nicoletta, 63 anni; Anna Matteini, 60 anni; Sergio Tulelli, 65 anni; Domenico Montuoro, 62 anni; Mario Calabretta, 64 anni; Filomena Minichini, 67 anni; Michele Merola, 64 anni; Rossella Marchio, 57 anni;Tommaso Caligiuri, 56 anni; Donato Modugno, 69 anni; Leandro Bianchi, 66 anni; Salvatore Abramo, 60 anni; Antonio Facciolo, 60 anni, dipendente in servizio della Struttura operativa complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp; Vincenzo Ursini, 66 anni; Giacobbe Leone, 64 anni; Giovanni Manno, 55 anni dipendente in servizio della Struttura operativa complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp; Massimo Costa, 57 anni; Ivan Mancuso, 45 anni, assistente tecnico in forza alla Struttura complessa gestione tecnico professionale dell’Asp di Catanzaro e attualmente membro dell’Ufficio antimafia dell’Asp; Benito Rocco Scalone, 59 anni; Carmine Parrottino, 66 anni, dipendente in servizio della Struttura operativa complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp; Caterina Tallarico, 56 anni;Rosa Vaccaro, 62 anni; Caterina Falcone, 58 anni;Teresa Arena, 53 anni;Rocco Gregorio Riccio, 66 anni; Michele Cristofaro, 57 anni; Alfredo D’Aloja, 57 anni e Assunta Dante, 48 anni.

L’inchiesta e i soldi intascati

Un’inchiesta che attesta, attraverso pedinamenti, videoregistrazioni e i tabulati dei dispositivi marcatempo, anche l’assenza di controlli del dirigente Carlo Nisticò, ex consigliere comunale, che invece di vigilare sull’operato dei propri sottoposti, secondo le ipotesi di accusa,  si scambiavano reciproci favori garantendosi vicendevolmente una sorta di impunità dalle loro “fughe” dal lavoro. Ammonta a circa 20mila euro la somma immeritatamente intascata da 18 indagati per i quali il pm titolare del fascicolo aveva chiesto il sequestro preventivo pari all’importo illecitamente sottratto all’Azienda: Carlo Nisticò 2.636,33 euro; Marcello Ferro 2.566,68 Alessandro Ruggiero 1.958,56; Silvano Tolomeo 1.709,40; Carmine Lopez 1.600,76 euro; Francesco Salvatore Sinopoli 1.551,94; Giuseppe Ciambrone 948,45 euro; Giuseppe Raciti 856 euro; Giovanni Ronchi 857,21 euro; Enrico Caruso 646,668 ; Vitaliano Palaia, 660, 90; Rosario Tomarchio 444,62 euro; Maurizio Mazziotti 426, 30 euro Vincenzo Mancuso, 397,128; Giorgio Costantino 138,29 euro; Giuseppe Folino Gallo, 135,24 euro e Antonio Aloi 125,48 euro.

Il capo del gruppo e i favori tra colleghi

Il dominus dell’organizzazione truffaldina sarebbe stato Carlo Nisticò, direttore responsabile della Struttura complessa Gestione tecnico patrimoniale dell’Asp di Catanzaro, che nell’arco di soli quattro mesi, sarebbe risultato assente ingiustificato per più di 46 ore con danno per l’ente pubblico per oltre 2.600 euro. Il cartellino del dirigente risultava correttamente timbrato, solo che il suo badge sarebbe stato strisciato sul dispositivo elettronico aziendale, da Gallo, Sinopoli, Notaro e Aloi, che lo coprivano mentre Nisticò si trovava altrove, violando i doveri di lealtà e probità inerenti il pubblico servizio svolto. Trentasette gli episodi documentati, uno fra tutti quello del 16 marzo 2017: Aloi copre l’assenza di Nisticò strisciando il badge personale di entrata a lavoro alle 9.44 mentre il dirigente arriva in ufficio, ben cinque ore dopo, alle 15.43. Un episodio paradossale è poi quello che riguarda Sinopoli, dipendente Asp di Catanzaro, che secondo le ipotesi di accusa, avrebbe attestato la propria presenza in servizio timbrando in ingresso e in uscita nei lettori presentati in altri plessi aziendali e in particolare al lettore 52 del Polo Asp di Squillace, vicino alla sua abitazione, “con conseguente fraudolenta anticipazione dell’orario di ingresso e fraudolenta posticipazione dell’orario di uscita dalla sede di lavoro, senza che vi fossero giustificazioni su eventuali attività lavorative esterne”. Sinopoli timbra il cartellino di Tomarchio in entrata alle 7.17 e in uscita alle 15.45, negli uffici del Polo di Squillace,  il 30 marzo 2017, giorno in cui lo stesso Tomarchio, però, risulta in ferie.

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