di Mirko Monterosso – I lavoratori del Gruppo Tim di Catanzaro sono da questa mattina in protesta davanti alla sede del call center sito in località San Cono a Siano. “Oggi abbiamo indetto, insieme alle altre Organizzazioni sindacali, uno sciopero nazionale del Gruppo Tim. E’ una vertenza che va avanti ormai da mesi di fronte all’incertezza di un Piano industriale che sembra aver preso una direzione che noi non abbiamo mai assecondato rispetto allo scorporo della Rete. Da questo tipo di impostazione – una società dei servizi e una della rete – potrebbero scaturire degli esuberi”. Lo dichiara Pierpaolo Pisano – Ugl e Telecomunicazioni.
“Governo assente e incapace”
“Governo assente e incapace”
“Oggi siamo qui, in uno dei centri più grossi della Calabria che ospita quasi 900 dipendenti tra Tim e Telecontact (partecipata al 100% del Gruppo Tim) – continua Pisano –, per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica e il Governo che, di fronte ad una questione nevralgica per tutto il Paese, ad oggi si è dimostrato assolutamente incapace e assente. Stiamo parlando di oltre 40mila dipendenti a livello nazionale il che dovrebbe far capire quale potrebbe essere l’impatto.
Nella prima settimana di luglio ci dovrebbe essere un Consiglio di amministrazione in cui dovrebbero farci comprendere i connotati dell’operazione. A giudizio di Pisano “nessuno può oggi sentirsi al sicuro dietro ad un’incertezza del genere. Stiamo parlando di 40mila famiglie. Ci potrebbe pertanto essere un esubero, un impatto occupazione che noi riteniamo non debba assolutamente verificarsi”.
“Hanno un solo obiettivo”
A Pierpaolo Pisano fa eco Francesco Primerano (Uil): “Noi siamo, insieme agli altri sindacati, molto contrari al nuovo Piano industriale che prevede la separazione dell’Azienda Tim in tre o quattro società. Ciò porterà – noi ne siamo consapevoli – ad un numero di esuberi nell’attuale Gruppo Tim intorno alle 8mila unità che dovrà essere gestito da qui ai prossimi anni. E’ ormai da novembre che ripetiamo di essere contrari a questo scorporo previsto. Questo management non parla di continuità aziendale, parla della fine della società Tim – per come la conosciamo adesso – con il solo obiettivo di ridurre i costi entro la fine dell’anno. Lo scenario ci preoccupa, soprattutto in vista del futuro – conclude Primerano -, perchè dovremo capire chi acquisirà queste nuove società e come le vorrà gestire”.