“Dove un superiore pubblico interesse non imponga un momentaneo segreto, la casa dell’Amministrazione dovrebbe essere di vetro”. Una frase emblematica quanto lungimirante quella pronunciata da Filippo Turati alla Camera dei deputati se rapportata a ciò che succede a Catanzaro, dove i vetri sembrano oscurati o quantomeno opachi, un po’ come quelli delle finestre dei bagni che consentono di vedere dall’esterno la sola sagoma senza svelare la perfetta visione dei contorni. Parole senza senso? No se analizziamo il concorso per Comandante dei Vigili urbani del Comune di Catanzaro che non certo brilla per trasparenza e su cui Calabria7 aveva già scritto sull’opportunità di evitare che il presidente di Commissione (LEGGI) fosse il segretario generale del Comune, così come dettato dalle linee guide dell’Anac, (Autorità nazionale anticorruzione), perché si troverebbe a “giudicare” anche persone con le quali per motivi di ufficio, lavora ogni giorno.
I potenziali conflitti di interesse
I potenziali conflitti di interesse
Leggendo i curricula degli idonei alla prova scritta l’opacità aumenta: tra coloro che hanno superato la prima prova compare l’attuale comandante della Polizia municipale di Sellia Marina, con il quale la presidente della commissione Vincenzina Sica ha lavorato per diversi anni nel Comune di Sellia, espletando in quel luogo le funzioni di segretario comunale. Tra l’altro in quel periodo, il comandante dei vigili Palmiro Impera ha assolto dal 7 febbraio 2011 al 15 settembre 2011 anche le funzioni di vice segretario comunale, lavorando quindi come vice della persona che adesso dovrebbe giudicarlo nel concorso per comandante della Polizia municipale di Catanzaro. Presunte anomalie che si sono tradotte in esposti finiti in Procura, ma di certo non sarà sfuggito che per il “buon andamento” della Pubblica amministrazione, i componenti della commissione, così come previsto per legge, sono chiamati a segnalare anche i potenziali conflitti di interesse. Ma c’è di più. Agli atti del procedimento pubblicato dal Comune non è presente “la dichiarazione di assenza di causa di incompatibilità”, sottoscritta dai componenti della Commissione ed è chiaro che la mancata sottoscrizione di questo documento, corrispondente ad un vero e proprio “atto notorio”, consente in caso di accertamenti giudiziari, di non essere indagati/imputati per falso ideologico proprio per mancanza della dichiarazione stessa. Una semplice svista o una genialata?