“I pazienti reumatologici calabresi sono le prime vittime del Covid”

Lo evidenzia l'associazione regionale malati reumatici, che ha inoltrato una lettera alle autorità sanitarie
pazienti reumatologici

I “malati cronici”, le “persone affette da malattie rare e reumatologiche”, le “terapie correnti”, i “pazienti che necessitano di terapie infusionali, trattamento del dolore cronico e pazienti fragili”, tutti “spaventati per il danno che ancora subiscono per non poter più eseguire o ultimare le necessarie e importante terapie prescritte, sono le vittime del Covid 19”. È quanto si legge in una lettera che l’associazione regionale malati reumatici ha inoltrato alle autorità sanitarie calabresi.

“Nella nostra regione si evidenziano forti lacune”

“Nella nostra regione si evidenziano forti lacune”

“In Calabria – prosegue la lettera -, si evidenziano forti lacune: ambulatori ospedalieri e ambulatori territoriali chiudono o riducono l’attività – e chi ha bisogno di cure e prestazioni reumatologiche rimane senza assistenza – soprattutto perché l’ospedale ‘Pugliese-Ciaccio’ di Catanzaro ha da tempo bloccato l’accesso non solo alle prescrizioni mediche prioritarie e di controllo, ma da due mesi non si accettano nemmeno visite programmate. Quando già a gennaio si aspettavano da 8/9 mesi, ora ci vorranno due anni. Denunciamo questo dramma in una logica fuori delle regole, dove si propone una duplice questione di giustizia e il dilemma etico: chi curare? il resto dei pazienti calabresi sparsi su tutto il territorio provinciale e regionale”.

Il Covid “ha interrotto l’assistenza sanitaria reumatologica”

“Con il picco della seconda ondata pandemica – si legge ancora nella nota – torniamo ad assistere alla totale chiusura dei day hospital e degli ambulatori ospedalieri territoriali, e ciò avviene solo in Calabria, dove nella riconversione di posti letto per dare posto agli ammalati di Covid, una decisione nobile, certamente, ma non saggia, perché viene penalizzata sempre la reumatologia, solo perché è una branca della medicina e non una struttura. Posto, però, che un paziente assalito da una febbre reumatica acuta, non trova posto per essere visitato perché la reumatologia è stata soppressa per aver dato, appunto, posto all’ammalato di Covid, mentre il reumatico potrebbe peggiorare la sua condizione e diventare vittima ch’è la cosa peggiore. Colpa – prosegue l’associazione – di questo sistema che denunciamo per l’ennesima volta. Come si evidenzia, le conseguenze sui malati calabresi con patologie diverse sono immediate. In quasi l’intero territorio calabrese il Covid-19  ha interrotto, dunque, l’assistenza sanitaria  reumatologica, soprattutto in questi ultimi due mesi”.

“Siamo allo sbaraglio”

A giudizio dell’associazione “siamo veramente allo sbaraglio, senza sapere a chi rivolgersi sulle terapie o  per un dubbio su un nuovo sintomo bisogna andare in una clinica privata, per chi se lo può permettere, così si sentono frustrati i molti e i tanti pazienti cronici e fragili calabresi, colpiti da gravi malattie reumatologiche e che durante questa fase più acuta delle chiusure non hanno più cure,  nella stretta interconnessione tra la struttura Hub ospedaliera e le attività ambulatoriali territoriali, degli ospedali spoke, per i quali esprimiamo molta preoccupazione per le notizie che circolano sulle possibili chiusure degli ambulatori di reumatologia, che sta creando non poco panico”.

“Garantire i servizi essenziali di assistenza”

“Chiudere – continua il sodalizio – lo sanno fare tutti, e che lascerebbe senza assistenza sanitaria reumatologica, questi vasti territori con molti pazienti in difficoltà. Già di per se sarebbe un fatto grave, ma non è nemmeno tollerabile essere indifferenti alla difficile quotidianità dei nostri pazienti che vivono sui territori e che a più voci sollecitano adeguatezza di presa in carico. Non trascurando di far presente che la paventata ipotesi di queste eventuali chiusure, nel concreto, sarebbero la chiusura definitiva di tutte le speranze di curarsi in Calabria, e ciò; accade solo in Calabria. In questo contesto emergenziale, chiudere strutture ci sembra la soluzione più rapida e facile quando invece bisognerebbe prestare maggiore attenzione affinché vengano garantiti i servizi essenziali di assistenza ai pazienti già ‘vaccinati’, anche per  un problema di giustizia”.

“Pensare di più ai pazienti reumatologici”

L’associazione si rivolge quindi alle autorità sanitarie della regione, nella speranza che, “in questa situazione che stiamo vivendo, il vostro buon senso prevalga, e che non esclude il fatto che ci debba essere con urgenza una nuova riorganizzazione degli ambulatori ospedalieri e territoriali, su tutto il territorio calabrese, che permettano di dare nuovamente assistenza ai nostri pazienti e al tempo stesso non devono essere lasciati soli,  poiché l’emergenza da Coronavirus non ha cancellato le altre patologie dei pazienti calabresi. Chiediamo che siano garantite cure sicure a tutti i pazienti sofferenti da gravi patologie reumatiche”.

“Occorre pensare pure – e forse anche di più – ai pazienti reumatologici no-Covid, tenendo conto delle nuove esigenze e difficoltà di centinaia di malati al collasso, che necessitano di un trattamento del dolore cronico e che sono vittime indirette del Covid 19. È arrivata l’ora di riorganizzare dunque l’assistenza sanitaria reumatologica calabrese, e chiediamo con forza di provvedere a letti dedicati per le specialità mediche della Reumatologia  ancora chiusa in struttura Hub ospedaliera comprendente  prima di tutto, la provincia di Catanzaro, come avviene per il Covid, e di non chiudere gli ambulatori”.

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