“L’urlo dei penalisti della Camera penale di Catanzaro, dinanzi al tentativo di dilaniare la toga dell’avvocato penalista Vincenzo Ioppoli, è anche quello delle Camere penali della Calabria. Nel tempo in cui la onestà degli avvocati calabresi pare subordinata alla ‘distanza tra le scrivanie degli studi legali e i loro assistiti’, l’avvocato Vincenzo Ioppoli, prestigiosa toga del Foro di Catanzaro, è stato gettato, oggi, nel tritacarne di un ‘processo di mafia’ per un’ipotesi di reato che, con la mafia, nulla ha a che fare”. Lo scrive in una nota il Coordinamento delle Camere penali calabresi.
Gli avvocati penalisti proseguono: “Altro che presunzione di innocenza o di non colpevolezza, per verità già ridicolizzate ad ogni immancabile conferenza stampa! Ma prestiamo attenzione: con l’avvocato Vincenzo Ioppoli il giustizialismo mediatico ha assunto una dimensione ‘arcaicamente nuova’: è indifferente la condotta concretamente ascritta all’uomo perché ciò che unicamente conta è vilipenderlo. E se quest’uomo indossa la toga -magari quella luminosa dell’Avvocatura per vocazione ancor prima che per professione – diviene più appetibile per le fameliche bocche della folla”.
La “dimensione della ‘arcaicamente nuova’ giustizia mediatica”
“‘La folla e la giustizia’: in uno scritto che dovrebbe essere il manuale di educazione civica delle scuole di ogni ordine e grado – aggiungono i penalisti – Glauco Giostra ha ricordato il grido del ‘crucifige’ a cui Kelsen ha attribuito provocatoriamente il significato di ‘verdetto democratico’. Quella non era democrazia e non era giustizia, ma oclocrazia, cioè predominio della massa, della gente, della folla, una forma degenerata della democrazia. Questa è la dimensione della ‘arcaicamente nuova’ giustizia mediatica calabrese: il crucifige dei diritti! Non resta che chiosare mutuando l’espressione che i penalisti catanzaresi, nel loro forte comunicato di vicinanza all’avvocato Ioppoli, rivolgono idealmente alle folle del ‘crucifige’: a voi che, sordidamente, ne godete, ricordiamo sommessamente che quando avranno colpito tutti gli avvocati, non ci sarà nessuno a difendervi!”, concludono i penalisti.
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