I pm ‘assolvono’ le Rsa: “Non si può dire se gli anziani siano morti per Covid o altre patologie”

Il loro decesso "non può essere direttamente correlabile con certezza assoluto al virus" perché "erano tutti di età avanzata e presentavano patologie gravi"
covid rsa

Non si può dire se le case di riposo siano o meno colpevoli della morte di decine di anziani durante la pandemia considerando che “il loro decesso non può essere direttamente correlabile con certezza assoluto al virus” perché “erano tutti di età avanzata e presentavano patologie gravi”.

Decine di archiviazioni tutte uguali

Decine di archiviazioni tutte uguali

Lo scrive la Procura di Como in una delle decine di richieste di archiviazione ‘fotocopia’ per le morti nelle Rsa della provincia durante la prima ondata. Il caso specifico è quello di un uomo ospite di una di queste strutture deceduto il 18 aprile 2020 all’ospedale Valduce dove era stato ricoverato con la febbre e altri sintomi riconducibili al Covid.

In quel mese – riporta Manuela D’Alessandro di Agi.it – si erano registrati 23 pazienti morti rispetto a 1 e 3 nello stesso mese degli anni precedenti e 35 ospiti su 105 erano risultati positivi.

La Procura scagiona la Rsa da entrambi i reati ipotizzati. “Difficilmente appare dimostrabile una ‘colpa di organizzazione’ da parte della struttura – si legge a proposito dell’ipotesi di omicidio colposo – perché il loro decesso non può essere direttamente correlabile con certezza assoluta al virus, in ragione delle preesistenti condizioni di decadimento dovute all’età e di salute; la compresenza di più fattori non permette di ricondurre le cause della morte al solo contagio”.

Inoltre, “assume rilevanza la condizione di eccezionalità generata dall’epidemia globale” che ha portato a un “susseguirsi di prescrizioni provenienti da differenti autorità spesso a brevissima distanza tra loro proprio nel tentativo di migliorare le direttive precedentemente impartite e di far fronte alle carenze di personale sanitario specializzato da dedicare all’emergenza, attrezzature e dispositivi di protezione”.

Non c’è il reato di epidemia colposa

Quanto all’ipotesi di epidemia colposa, il ragionamento è quello già letto in analoghe archiviazioni in tutta Italia. Poiché questo è un tipo di reato in cui la giurisprudenza dice con costanza da anni che “non è configurabile la responsabilità a titolo di omissione” non si possono configurare delle responsabilità delle rsa nel non avere posto in essere atti che invece avrebbero dovuto compiere.

© Riproduzione riservata

TI POTREBBE INTERESSARE
Nel mirino della Procura l'attività dell'azienda vibonese "EcoTriparni". L'udienza preliminare fissata per il prossimo 22 maggio
Il dibattimento del processo che punta a fare luce sugli affari internazionali del clan Bonavota di Sant'Onofrio avrà inizio il prossimo 15 maggio
La denuncia della Cisl: "Per fermare la fuga dei medici dal pubblico non servono i proclami ma le azioni concrete"
Nelle loro radici gravano secoli e secoli di storia. Autentici monumenti che vanno salvati dalla aggressione degli uomini
Con loro c’era anche una terza ragazza che è rimasta illesa. Sul posto i vigili del fuoco e i carabinieri che hanno avviato le indagini
Revocato il sequestro dei beni mobili e immobili per un valore di oltre cinque milioni di euro
La vicesindaca Iemma invita i cittadini a unirsi nella lotta contro l'inquinamento da plastica partendo dal percorso della “Bandiera Blu”
La stabile è un bene che lo Stato ha confiscato alla criminalità organizzata. Nel pomeriggio la cerimonia di inaugurazione
Manca all’appello l’Asp di Cosenza che con oltre 5mila dipendenti è la più grande della Regione, Tavernise: "Fenomeno da monitorare"
RUBRICHE

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Catanzaro n.1 del Registro Stampa del 7/02/2019.

Direttore Responsabile Mimmo Famularo
Caporedattore Gabriella Passariello

Calabria7 S.r.l. | P.Iva 03674010792

2024 © All rights reserved