Novità nel processo di secondo grado nei confronti di soggetti ritenuti dall’accusa componenti di un clan ‘ndranghetista attivo a Roma.
il Pg Francesco Mollace ha richiesto, per sei degli imputati, alla terza Corte d’appello, la dichiarazione di prescrizione. Altre prescrizioni, invece, per singoli capi d’imputazione e 12 condanne per complessivi 38 anni di reclusione.
il Pg Francesco Mollace ha richiesto, per sei degli imputati, alla terza Corte d’appello, la dichiarazione di prescrizione. Altre prescrizioni, invece, per singoli capi d’imputazione e 12 condanne per complessivi 38 anni di reclusione.
Il gruppo criminale, secondo l’accusa, si sarebbe impossessato di numerose attività commerciali romane: come bar, ristoranti del centro e il Cafè de Paris in via Veneto.
La settima sezione penale del tribunale capitolino, In primo grado, nell’aprile 2014, inflisse 14 condanne per complessivi oltre 40 anni di reclusione.
In sede di giudizio d’appello, nella giornata odierna il Pg ha chiesto una riduzioni di condanne in quanto, per il fatto che nelle more della celebrazione del processo, alcune contestazioni sono prescritte.
Nello specifico, l’accusa ha chiesto 6 anni di reclusione per Vincenzo Alvaro (ritenuto dagli inquirenti il ‘capo’ del gruppo, in primo grado ebbe 7 anni), due anni per la moglie Grazia Palamara (in primo grado ebbe 4 anni), la conferma di quattro anni e mezzo per Damiano Villari.
Sempre richiesta di riduzione delle condanne per Aurino Colao (2 anni), Roberto De Lio (3 anni), Giuseppe Lupoi (3 anni), Antonio Rocco Alvaro (2 anni e 8 mesi), Domenica Esposito (2 anni), Maria Concetta Palamara (2 anni), Nicola Ascrizzi (4 anni), Teodoro Gabriele Barresi (4 anni) e Maria Eufemia Billè (2 anni e 8 mesi).