“I vaccini causano le varianti”, la dichiarazione di Salvini fa infuriare virologi e politici

Il leader della Lega parla di varianti e tamponi e scatena una polemica. In serata la correzione del tiro e l'assicurazione: "Ho fatto anche la seconda dose"
Naufragio migranti a Cutro

“Il problema non sono i non vaccinati, ma il virus che varia. Le variazioni nascono come reazione ai vaccini. In Israele sono tutti vaccinati e il virus sta girando tra migliaia di persone. Io invito, non obbligo tutti a vaccinarsi, ma servono i tamponi, gratuiti per chi non se lo può permettere”. Così Matteo Salvini su La7. Parole che fanno scoppiare la polemica politica. Durissima la reazione del Pd. Per Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci dem, “Salvini è totalmente irresponsabile”. “Non si può parlare a vanvera contro ogni evidenza scientifica. La sua presenza al Governo – aggiunge – sta frenando l’azione virtuosa di Draghi. La Lega sta facendo opposizione no vax, esca dal Governo, non è compatibile con Draghi”. Pesante anche il commento del virologo Roberto Burioni, che, postando la frase di Salvini, scrive su twitter: “Voi capite perché sono scoraggiato?”.

Intanto, monta la pressione dei governatori leghisti del nord perché si vada avanti spediti sull’estensione del green pass, malgrado a Roma il partito abbia scelto una politica più gradualista. Un dibattito interno che cresce attorno al segretario, sempre più stretto tra l’ala “governista”, e quella movimentista, che chiede maggiore prudenza su questo fronte. Ma Matteo Salvini non vuol nemmeno sentir parlare di spaccatura e anzi rivendica l’esito dell’accordo raggiunto. “Questa delle due Leghe è una fantasia che va bene per Topolino. Noi portiamo a casa i risultati: la nostra discussione sui green pass ha spinto tutto il governo a darci ragione sui tamponi salivari, sui tamponi gratis per chi è in condizioni di necessità di famiglie con figli”. Detto questo, all’indomani del voto di Montecitorio sul decreto, il governatore del Veneto, Luca Zaia, torna a confermare la sua linea a favore dell’allargamento: “A livello nazionale c’è stata l’approvazione di ulteriori misure di estensione del Green pass e penso – osserva Zaia – che vadano nella direzione di sostenere la campagna vaccinale”. E bacchetta duramente l’europarlamentare del suo stesso partito, Francesca Donato, che aveva irriso, prima di scusarsi, i familiari di un medico morto di Covid. Con lei Zaia è netto: “C’è un proverbio in veneto adatto a chi parla e poi si scusa: ‘prima de parlar, tasi”, ovvero prima di aprire la bocca pensaci, o stai zitto, ovvero prima di aprire la bocca pensaci”. Anche il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, in passato definì il Green pass uno “strumento di libertà, non di oppressione”. Stessi toni da parte del presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, secondo cui “l’estensione dell’obbligo del Green pass è utile per permettere di proseguire le attività”.

Intanto, monta la pressione dei governatori leghisti del nord perché si vada avanti spediti sull’estensione del green pass, malgrado a Roma il partito abbia scelto una politica più gradualista. Un dibattito interno che cresce attorno al segretario, sempre più stretto tra l’ala “governista”, e quella movimentista, che chiede maggiore prudenza su questo fronte. Ma Matteo Salvini non vuol nemmeno sentir parlare di spaccatura e anzi rivendica l’esito dell’accordo raggiunto. “Questa delle due Leghe è una fantasia che va bene per Topolino. Noi portiamo a casa i risultati: la nostra discussione sui green pass ha spinto tutto il governo a darci ragione sui tamponi salivari, sui tamponi gratis per chi è in condizioni di necessità di famiglie con figli”. Detto questo, all’indomani del voto di Montecitorio sul decreto, il governatore del Veneto, Luca Zaia, torna a confermare la sua linea a favore dell’allargamento: “A livello nazionale c’è stata l’approvazione di ulteriori misure di estensione del Green pass e penso – osserva Zaia – che vadano nella direzione di sostenere la campagna vaccinale”. E bacchetta duramente l’europarlamentare del suo stesso partito, Francesca Donato, che aveva irriso, prima di scusarsi, i familiari di un medico morto di Covid. Con lei Zaia è netto: “C’è un proverbio in veneto adatto a chi parla e poi si scusa: ‘prima de parlar, tasi”, ovvero prima di aprire la bocca pensaci, o stai zitto, ovvero prima di aprire la bocca pensaci”. Anche il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, in passato definì il Green pass uno “strumento di libertà, non di oppressione”. Stessi toni da parte del presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, secondo cui “l’estensione dell’obbligo del Green pass è utile per permettere di proseguire le attività”.

La “rettifica”

In una nota del partito si è poi citata una pagina dell’Istituto superiore di sanità in cui, tra “le ipotesi avanzate” per elencare i “motivi che determinano lo sviluppo di una variante di un virus”, si cita la “pressione selettiva esercitata dalla risposta immunitaria, da farmaci o da vaccini”. Anche oggi, Salvini – si è tenuto a sottolineare – ha lanciato un appello affinché gli italiani si vaccinino, come peraltro ha fatto lui, “per scelta consapevole e non per costrizione”.

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