di Danilo Colacino – Lungo faccia a faccia – ieri sera – fra il coordinatore provinciale di Forza Italia Mimmo Tallini e il sindaco Sergio Abramo, pare a Palazzo di Vetro. Un incontro svoltosi lontano da occhi e soprattutto orecchie indiscrete. Succo del confronto questo: il clima di tensione naturalmente c’è, e resta, ma per ora è tregua armata con un tentativo di distensione vera e propria. Già, perché il falco Mimmo Tallini (che proprio poco prima di recarsi alla riunione scriveva a noi di calabria7.it la sua precisazione sul titolo del nostro articolo “Tallini dà gli otto giorni ad Abramo”, definito fuorviante dal diretto interessato) per carattere abituato a prendere le faccende più spinose di petto stavolta ha vestito i panni della colomba e provato a discutere in modo sereno con uno scalpitante sindaco e presidente della Provincia a caccia del governatorato. La duttilità, del resto, è una delle principali doti della politica e allora il ragionamento è stato incentrato sulla doverosità di ritrovare compattezza e lavorare alla costruzione di un centrodestra nuovamente unito e vincente.
L’opera di ricucitura è senz’altro possibile, ma non certo facile. I bookmakers quotano ancora molto alto lo scioglimento del civico consesso, perché sono in tanti a non volerlo nel medesimo Consiglio e non solo fra i banchi dell’attuale, o ex, maggioranza. Sia chiaro. La fuoriuscita dalla Giunta e l’abbandono del fronte pro Abramo da parte di Forza Italia avrebbe infatti effetti politici dirompenti, ben oltre i confini di Palazzo De Nobili. E poi c’è sempre la concreta possibilità che Abramo trovi il modo di fare a meno degli Azzurri, anche se magari andando avanti in maniera claudicante. Sta di fatto, però, che chiunque conosca Tallini sa bene come non si farà logorare da un avvenire all’insegna di uno strisciante conflitto permanente. Una guerra che sarebbe in atto senza sosta nel caso in cui il primo cittadino continuasse a mostrarsi attivo sul fronte di una candidatura personale a presidente della Regione – soprattutto se spalleggiato dall’alleato-avversario (ossimoro a cui facciamo volutamente ricorso) dello stesso Mimmo, Piero Aiello – infischiandosene di Fi.
L’opera di ricucitura è senz’altro possibile, ma non certo facile. I bookmakers quotano ancora molto alto lo scioglimento del civico consesso, perché sono in tanti a non volerlo nel medesimo Consiglio e non solo fra i banchi dell’attuale, o ex, maggioranza. Sia chiaro. La fuoriuscita dalla Giunta e l’abbandono del fronte pro Abramo da parte di Forza Italia avrebbe infatti effetti politici dirompenti, ben oltre i confini di Palazzo De Nobili. E poi c’è sempre la concreta possibilità che Abramo trovi il modo di fare a meno degli Azzurri, anche se magari andando avanti in maniera claudicante. Sta di fatto, però, che chiunque conosca Tallini sa bene come non si farà logorare da un avvenire all’insegna di uno strisciante conflitto permanente. Una guerra che sarebbe in atto senza sosta nel caso in cui il primo cittadino continuasse a mostrarsi attivo sul fronte di una candidatura personale a presidente della Regione – soprattutto se spalleggiato dall’alleato-avversario (ossimoro a cui facciamo volutamente ricorso) dello stesso Mimmo, Piero Aiello – infischiandosene di Fi.
La possibile sfida a viso aperto di Abramo. Ma se il sindaco vorrà tentare una per certi versi clamorosa fuga in avanti, sfidando apertamente il partito del Cav, lo sapremo fra circa una trentina di ore. Come? Semplice: basterà vederlo alla convention (pardon agli stati generali) della Lega in programma a partire dalle 16 di domani nell’Auditorium Aldo Casalinuovo di Catanzaro. Un segnale fin troppo chiaro di un approccio nei confronti di un Carroccio, che peraltro i rumors danno assai corteggiato dal medesimo Abramo alla spasmodica ricerca di un autorevole appoggio ritenuto determinante. La sua presenza dai salviniani, dopo il forfait alla recente sortita nel capoluogo di Occhiuto, fornirebbe quindi indizi che nel Diritto Penale vengono definiti: gravi, precisi e concordanti. Inequivocabili, in parole povere, sul versante di una forte autopromozione. Mossa che non potrebbe non indurre il pur cauto Tallini di questi tempi a far saltare il banco. Un passaggio lacerante ma obbligato malgrado il Mimmo consigliere regionale degli ultimissimi giorni si sia espresso, in politichese stretto, pronunciando frasi quali “approfondimento con i membri del partito o necessità di guardare al dopo Abramo, anche alla luce dell’ottimo lavoro svolto insieme” e in particolare “occorre lo sforzo di tutti per ritrovare la coesione e lo slancio del centrodestra tradizionalmente inteso”.
E se fra Abramo e Tallini alla fine fosse rottura? Se i messaggi di pace di Fi dovessero cadere nel vuoto, ignorati per via delle aspirazioni di un sindaco desideroso di riscattare la sua fin qui unica sconfitta di una lunga e ricca di soddisfazioni carriera pubblica, attenzione perché potrebbe davvero succedere di tutto.