Ignorate le proposte dei pescatori calabresi per la ripartenza post Covid

Alle strategie studiate per evitare la chiusura di decine di imprese del settore ittico (composto al 60% da pesca artigianale) è seguito il silenzio
fermo pesca in Calabria

“In questa emergenza senza precedenti per salvare la pesca calabrese non servono ricette miracolose né performance elettorali. Al contrario, – dichiara Salvatore Martilotti, presidente del Comitato Pescatori Calabria – i pescatori e le imprese di pesca hanno bisogno prima di essere ascoltati da parte della Regione Calabria per il varo di interventi immediati e concreti sotto forma di bonus e liquidità per far ripartire il settore e l’intera filiera. A seguire, per evitare il rischio chiusura per tante imprese da quando la Commissione europea ha ritenuto con regolamenti e paletti di ridurre le giornate di lavoro in mare nell’arco di un anno, con l’ipotesi di telecamere a bordo, è necessario attivarsi per tutelare la specificità della pesca calabrese che con una flotta di circa 800 battelli, e con circa il 60% di pesca artigianale, a fronte di due mari e 800 chilometri circa di coste, a nostro parere, é in sintonia con i programmi UE per la salvaguardia dell’ambiente marino e l’integrità biologica dei fondali”.

Programmare insieme il futuro della pesca

Programmare insieme il futuro della pesca

“Serve una vera inversione di rotta. Meno burocrazia e più programmazione da parte della Regione, ma più coinvolgimento dei Comuni costieri e dei pescatori per ottimizzare la gestione degli strumenti dell’Unione europea in direzione di uno sviluppo improntato alla sostenibilità ambientale, economica e sociale della pesca regionale. In questa fase molto delicata – continua Salvatore Martilotti – non sarebbe utile ascoltare i pescatori e le imprese di pesca per valutare le proposte delle categorie produttive e cominciare, così, a programmare, insieme, lo sviluppo possibile del settore pesca regionale? L’emergenza Covid ha prodotto una crisi senza precedenti in tutti i comparti economici e non solo, cambiando profondamente le abitudini di ognuno di noi. Per il settore pesca non v’è dubbio che ha messo in ginocchio, non solo le imprese di pesca e i pescatori, ma anche l’intera filiera, trasformando l’emergenza sanitaria in crisi economica, occupazionale e sociale”.

La ripartenza post Covid

“Per la ripartenza del settore pesca in Calabria, oltre ad interventi straordinari e ad azioni a sostegno del comparto e alla costituzione di un tavolo per tutelare la pesca regionale in sede comunitaria, il Comitato Pescatori Calabria ha richiamato più volte l’attenzione delle Istituzioni, ed in particolare della Regione e dei Comuni costieri, a una necessaria azione di sostegno in questa fase delicata per la ripartenza post Covid. Abbiamo proposto misure di accompagnamento a favore degli operatori colpiti da vecchie e nuove restrizioni, così come ancora riteniamo necessario sostenere i pescatori e le imprese con bonus e liquidità magari dopo aver convocato la “Consulta regionale della pesca” per consentire la partecipazione diretta dei pescatori. Purtroppo il silenzio ha fatto seguito alle proposte avanzate che avevano la sola velleità di cercare di collegare realtà, burocrazia e politica. E’ stata un’occasione persa, nel mentre le difficoltà quotidiane aumentano. Tuttavia, in particolare, i piccoli pescatori artigianali devono pensare a come ripartire. Infatti, la ripresa a pieno regime delle attività di pesca è fondamentale per intere famiglie delle nostre comunità costiere e, pertanto, a nostro parere, in questa emergenza, senza precedenti, sarebbe urgente varare da parte della regione un “Piano Pesca Straordinario” a sostegno dei pescatori e delle imprese di pesca, insieme ad un’azione straordinaria di promozione del prodotto ittico locale. Ripartire per creare sviluppo e occupazione è una priorità importante, in particolare, per la piccola pesca artigianale che rappresenta il segmento più rilevante della flotta regionale, ma anche la testimonianza storica e culturale di intere comunità costiere. Solo così si possono coniugare identità e futuro. Invece che accade? Niente, semplicemente niente. Nel frattempo – conclude Salvatore Martilotti – tante famiglie di pescatori artigianali stentano a sopravvivere”.

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