Il calabrese addestrato all’Isis, progettava un attentato terroristico?

di Gabriella Passariello- Non si è trattato di una semplice attività di proselitismo finalizzata ad inculcare una visione positiva del martirio per la causa islamica, ma di “un mestiere” di auto addestramento finalizzato ad azioni terroristiche e all’istaurazione di contatti con persone appartenenti al network internazionale del terrore. Nelle carte dell’inchiesta del sostituto procuratore di Catanzaro Graziella Viscomi, dell’aggiunto Vincenzo Capomolla, con la supervisione del procuratore capo Nicola Gratteri, nome in codice Miraggio, che hanno portato in carcere Domenico Giorno, 42 anni, di Cosenza, in esecuzione di un’ordinanza vergata dal gip Gabriella Logozzo, vengono elencati i manuali contenenti istruzioni sulla realizzazione di ordigni, video, immagini cruente di esecuzioni, documenti esplicativi sull’auto addestramento per compiere attentati, con particolare riferimento alla costruzione di esplosivi e alla creazione di “veleni popolari”. Ci sono anche riviste ufficiali delle Agenzie mediatiche dell’Isis di Al Qaeda e di altri gruppi terroristici e la puntuale catalogazione per argomenti del materiale scaricato dal web dall’indagato e il successivo riversamento su schede di memoria micro Sd. L’inchiesta è scattata in seguito ad una segnalazione dell’attività di intelligence condotta a livello internazionale sulla piattaforma Telegram, nell’ambito della quale è emerso il profilo creato dall’utente con screen name Mohamed, profilo associato all’utenza telefonica intestata a Domenico Giorno. L’attività di monitoraggio ha consentito di accertare che quel profilo condivideva da circa due anni fino al  21 novembre 2019, 23 gruppi orientati alla propaganda al terrorismo di matrice jihadista. Tra l’altro le uniche due foto presenti nel profilo raffigurano simboli utilizzati dall’Isis, riportanti in maniera visibile la citazione di un hadith in lingua araba che recita testualmente: “ è stato ordinato di combattere contro gli uomini finchè essi testimonino che non c’è nessun Dio al di fuori di Allah e che Mohammed è il messaggero di Allah”.

I momenti di preghiera

I momenti di preghiera

Le captazioni condotte in casa dell’indagato,  inoltre, hanno consentivano di intercettare i suoi momenti di preghiera, sintomatici della conversione alla religione islamica. Sua madre discutendo con il marito definiva il figlio musulmano : “guarda sempre queste cose in arabo… o quelli che gridano nella moschea… lui ormai è un musulmano a tutti gli effetti,  “adesso a casa mia non si sente dire altro che Allah Ahkbar… sono anni che si sente”. Un’espressione che significa letteralmente Dio è il più grande, una frase, che pur assumendo in apparenza un tenore meramente religioso è solita essere pronunciata prima dell’esecuzione di molti attentati terroristici, assumendo una valenza polisemita. Quella di Giorno non era una mera conversione all’Islam, scrive il gip, ma una vera e propria radicalizzazione sconfinante nell’illecito penale. Nel corso delle indagini è emersa l’adozione di certe cautele da parte di Giorno che impedivano alla pg di inoculare un trojan virus sui suoi dispositivi.

Il manuale del perfetto terrorista

L’1 luglio 2020 è stata quindi effettuata l’attività di perquisizione nell’abitazione di Domenico Giorno, all’esito della quale venivano sottoposti a sequestro, oltre ai dispositivi elettronici, una serie di pendrive su cui erano accuratamente memorizzati, per categoria, documenti in arabo. Il materiale sequestrato si trovava prevalentemente nei cassetti della scrivania, mentre alcuni manoscritti in lingua araba ed altri recanti l’indicazione di alcune password per accedere ad applicazioni varie erano stati trovati, unitamente ad alcune sim card, all’interno del portafogli di Giorno, riposto dentro l’armadio nella tasca di una giacca. L’esame preliminare del materiale sequestrato corrispondente ad oltre 500 Gb di memoria, ha consentito alla Digos, delegata alle indagini, di scoprire un ingente quantitativo di carte di matrice terroristica Isis anche relativa alla costruzione di materiale letale. All’interno della micro Sd era presente un manuale che forniva in maniera dettagliata le istruzioni per operazioni militari. Sono stati trovati anche indicazioni dettagliate e informazioni relative alle proprietà chimiche per la preparazione di esplosivi, di veleni popolari, indicazioni e supporto tecnico per compiere attentati contro gli occidentali. E ancora un documento della Fondazione non ufficiale dell’Isis nel cui primo capitolo, intitolato esplosivi, veniva specificato che si trattava del primo di una serie preparata per i sostenitori dell’Isis, affinchè ricevessero le istruzioni necessarie per uccidere i miscredenti. E poi una rivista denominata Al-Qaeda dal titolo “Incita-Incita i credenti”, pubbicata nel 2011 nella quale veniva esaltata la figura di Bin Laden e la sua morte definita come un martirio.

Il progetto di fuga in Arabia Saudita

Dall’attività di indagine è emerso anche l’incremento del numero di download effettuati da Giorno dal contenuto terroristico nel corso del tempo. I contatti dell’indagato memorizzati su Telegram pari a 1.855 di cui ne sono stati estrapolati 28 dove erano registrate anche le relative utenze telefoniche, delle quali tre erano corrispondenti a numerazioni siriane, due a numerazioni irachene, due yemenite e quatto egiziane. Quattro invece i contatti corrispondenti a numerazioni arabe che nello specifico risultavano essere inserite in siti riportanti annunci di vendita di terreni o aventi ad oggetto servizi per l’emissione e il rinnovo di licenze di lavoro. Un dato sintomatico della volontà dell’indagato di trasferirsi in Arabia Saudita. Una circostanza che trova riscontro in una captazione del 30 agosto 2020, nel corso della quale Giorno nell’esternare ai propri genitori le lamentele per la perquisizione eseguita dalla pg, affermava: “l’unica soluzione è che io vada a lavorare in un’altra parte lontana però”. Di particolare interesse per gli inquirenti, la rubrica denominata “Just Terror Tactics”, dedicata agli aspiranti militanti impossibilitati a raggiungere i territori del Da’esh, in cui venivano insegnate operazioni suicida e attacchi mortali in occidente, consigliando i veicoli più efficaci per effettuare stragi come camion e mezzi pesanti . A seguito di queste pubblicazioni, sono iniziate,  una serie di attacchi suicidi tramite camion. Quella di Giorno, per il gip,  non era un’attività di mera consultazione ideologica di materiale propagandistico, ma un vero addestramento alla jihad e alle tattiche militari del “lupo solitario”.

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