di Mimmo Famularo – Prima Cassano, poi Girifalco. Week end in Calabria per Luca Palamara che continua il tour di promozione di “Lobby&Logge”, il secondo libro scritto insieme al giornalista Alessandro Sallusti. L’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati è stato il protagonista a Girifalco del primo appuntamento di “Letture d’inverno”, la rassegna culturale ideata dall’assessore comunale Elisa Sestito. Un evento andato in scena nella splendida cornice di palazzo De Stefani Ciriaco proprio nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. In una sala gremita in ogni ordine di posto, alla presenza del sindaco di Girifalco Pietrantonio Cristofaro e del presidente dell’Associazione Valentia (partner dell’evento) Anthony Lo Bianco, del presidente della Camera Penale di Catanzaro l’avvocato Valerio Murgano, Palamara ha affrontato i temi di stretta attualità: dai rapporti tra politica, magistratura e stampa alle intercettazioni. In questa intervista esclusiva rilasciata ai microfoni di Calabria7 ha dato il suo punto di vista su altri tre argomenti oggetto di discussione nelle ultimissime ore: il caso Bombardieri (LEGGI QUI), il futuro di Nicola Gratteri che entro il 2024 dovrà lasciare la Procura di Catanzaro e l’allarme lanciato dal procuratore di Vibo Camillo Falvo proprio a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario (LEGGI QUI)
– Presunto abuso delle intercettazioni, qual è l’opinione di Luca Palamara?
– Presunto abuso delle intercettazioni, qual è l’opinione di Luca Palamara?
“Le intercettazioni sono strumento indispensabile per scoprire gli autori dei reati. Il problema che ha posto il ministro Nordio è un altro: non limitare le intercettazioni ma porre un limite a quello che può costituire un abuso, ovvero la pubblicazione di materiale irrilevante sui giornali per eliminare il nemico politico di turno. Su questo aspetto penso sia giusto intervenire”.
-Il nuovo Csm si è appena insediato. Al di là delle nuove figure che lo rappresentano, cosa è cambiato rispetto alla precedente stagione?
“L’elezione del vicepresidente costituisce un elemento di discontinuità rispetto alle ultime elezioni che hanno visto come protagonisti esponenti laici del centrosinistra. Bisognerà attendere e capire l’operatività di questo Csm. Sono certo che finirà quel clima di astio che ha animato l’ultima stagione”.
-Il Consiglio di Stato ha annullato per la seconda volta la nomina di Giovanni Bombardieri a capo della Procura di Reggio Calabria
“Ho avuto modo di leggere questo provvedimento. Io so per certo che Bombardieri a Catanzaro ha affrontato l’esperienza in Direzione distrettuale antimafia. Detto questo, io penso che quel clima di astio e di vendetta di regolamento interno alla magistratura si sia propagato e abbia creato tanta confusione su questo tema e anche sul versante delle nomine. Qualcuno si è sentito legittimato di mettere in discussione tutto e la cosa più clamorosa è che nel Csm su questa vicenda abbiano giudicato dei componenti coinvolti nelle chat. E’ un qualcosa che penso ha alterato quello che dove essere il normale corso delle cose”.
– Un magistrato certamente fuori dal sistema è Nicola Gratteri. Ha fatto domanda per diventare capo della Procura di Napoli o per guidare la Procura generale di Roma. Come andrà a finire?
“Fare previsioni è prematuro. La realtà ci ha insegnato che Gratteri non è stato appoggiato dalle correnti e la non appartenenza l’ha pregiudicato nel suo cursus honorum. Comunque la si pensi, io credo che il nome di Nicola Gratteri è quello di un magistrato che è stimato in Italia e che tante volte il sistema ha tentato di penalizzarlo”.
-Il “sistema” esiste ancora?
“Assolutamente sì. Tende ad auto-proteggersi. Il sistema è quello che attraverso una levata di scudi impedisce alla politica persino di discutere di un tema come quello delle intercettazioni. Appena è stata pronunciata la parola si è compattato per bloccare quasi a livello di insulti personali ciò che aveva detto il ministro. La si può pensare diversamente però non si può impedire di esprimere delle idee o delle opinioni”.
-Il procuratore di Vibo Camillo Falvo ha detto che nel distretto giudiziario di Catanzaro nessuno vuole venire e bisogna chiedersi perché?
“Io direi che c’è un problema di distribuzione di magistrati sul territorio. Alcuni uffici sono più penalizzati rispetto agli altri. Vibo, sotto questo punto di vista, è una realtà penalizzata. Spesso la Calabria viene percepita come una terra di passaggio e questo non dà continuità agli uffici creando tutte queste disfunzioni che purtroppo chi deve mantenere saldo la legalità in questa regione martoriata si vede costretto ad affrontare”.