di Sergio Pelaia – Chiusa la partita dei capigruppo si apre per il consiglio regionale quella delle Commissioni consiliari. A uno sguardo superficiale potrebbe apparire solo un passaggio di prassi istituzionale per arrivare alla piena operatività della massima Assemblea elettiva calabrese, invece per l’indicazione dei presidenti delle Commissioni si gioca una battaglia tutta politica che riguarda non solo il prestigio dell’incarico, ma anche i privilegi che comporta. In termini di compenso e di strutture, infatti, guidare una Commissione equivale ad essere capogruppo o componente dell’Ufficio di presidenza (LEGGI QUI).
Cosa dice il regolamento
Cosa dice il regolamento
Il regolamento di Palazzo Campanella prevede che entro dieci giorni dalla prima seduta del Consiglio – che c’è già stata il 15 novembre, mentre lunedì 29 si terrà la seconda (LEGGI QUI) – ogni gruppo consiliare procede alla designazione dei propri rappresentanti nelle Commissioni permanenti. Che sono sei – una nuova di zecca è stata creata nella precedente legislatura per soddisfare gli appetiti della maggioranza – più due “speciali”: l’Antindrangheta e la Vigilanza. Il presidente del consiglio regionale assegna i consiglieri alle Commissioni sulla base delle designazioni effettuate e nel rispetto del criterio della proporzionalità fra maggioranza e minoranza, assicurando in ogni caso la rappresentanza di ciascuno gruppo. Non possono farne parte il presidente del Consiglio, né i componenti della Giunta, ma questi ultimi hanno diritto e, se richiesto, l’obbligo, di partecipare ai lavori delle Commissioni, con diritto di parola e di proposta, senza diritto di voto.
I costi delle Commissioni
Il compenso “base” previsto per un consigliere regionale della Calabria è di 11.100 euro. Chi fa il presidente di Commissione ne prende però 12.600 perché sono previsti tra i suoi emolumenti 1.500 euro in più relativi a “indennità di funzione”. Di fatto raddoppia anche la struttura, con la possibilità per chi guida questi organismi di assumere tramite co.co.co con il consiglio regionale fino a otto persone alle proprie dirette dipendenze. Tutto ciò fa lievitare ovviamente le spese in maniera direttamente proporzionale al numero delle Commissioni che, all’incirca, costano ognuna 100mila euro all’anno di soldi pubblici, che moltiplicati per 8, e per 5 anni, fa 4 milioni di euro ogni legislatura.
Quanto hanno “lavorato” nella precedente legislatura
Ma di cosa si occupano e, soprattutto, quanto lavorano i componenti delle Commissioni a Palazzo Campanella? La più giovane, cioè quella creata nella precedente legislatura, è la sesta (“Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili”) e da luglio 2020 ad agosto 2021 si è riunita 9 volte, dunque neanche una al mese, licenziando 3 provvedimenti. La prima (“Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale) ha fatto di meno: 4 sedute in un anno con 1 solo provvedimento licenziato. Ancora più riposante tra il 2020 e il 2021 è stato far parte della quinta (“Riforme”): una sola seduta a luglio dell’anno scorso e nessun provvedimento. La seconda (“Bilancio, programmazione economica e attività produttive, affari dell’unione europea e relazioni con l’estero”) si è invece riunita
12 volte approvando 24 provvedimenti; la terza (“Sanità, attività sociali, culturali e formative”) ha fatto 14 sedute ma non licenziando nessun provvedimento; la quarta “Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente”) 7 sedute e 1 solo provvedimento.
La seduta record da 3 minuti
Le due “speciali” (Commissione “contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità diffusa” e “Vigilanza”) regalano ulteriori soddisfazioni a chi ne fa parte: la prima, a dispetto dell’importanza dei temi di cui dovrebbe occuparsi, si è riunita 9 volte, alcune sedute sono durate appena mezz’ora e, soprattutto, non ha licenziato alcun provvedimento né risulta agli atti alcun dossier trattato; la seconda, che dovrebbe essere appannaggio dell’opposizione visto il (teoricamente) rilevante ruolo di controllo, ha svolto in un anno 10 sedute delle quali un paio sono durate appena un quarto d’ora. Una seduta della Commissione di Vigilanza, quella dell’1 febbraio di quest’anno, è da record: è durata solo 3 minuti. Alle 15:37 il presidente ha dato il via ai “lavori” in cui risulta anche essere intervenuta una dirigente del dipartimento Bilancio della Giunta; alle 15:40 l’ordine del giorno era “esaurito” e la defatigante seduta è stata dichiarata chiusa.