di Antonio Battaglia – Oltre due settimane di convivenza con i rifiuti. Perché, positivo al Covid, non può uscire di casa per conferirli nei cassonetti. E’ questa la condizione che sta vivendo un cittadino residente nel quartiere Santa Maria di Catanzaro, il quale ha deciso di sporgere denuncia ai microfoni della nostra testata sull’assurda situazione che lo sta coinvolgendo.
Scaricabarile di responsabilità
Scaricabarile di responsabilità
Dal 25 marzo, oltre alla quarantena obbligatoria che deve affrontare, si è aggiunto il problema di come smaltire la spazzatura: “Ho provato a contattare il Comune prima e l’Asp poi, così come Procura e Regione, ma senza risultato pratico – ci dice Ivan – e con un incomprensibile scaricabarile di responsabilità”. Una segnalazione dietro l’altra. Il risultato? I sacchi sono ancora fuori sul balcone, esposti alle intemperie.
Insomma, dall’inizio dell’emergenza fino a oggi non è ancora chiaro in capo a chi siano le competenze nella gestione dell’immondizia prodotta da persone infette. La Sieco, ditta appaltatrice della raccolta, avrebbe il compito di smaltire solo la spazzatura di soggetti in quarantena ma negativi. A occuparsi dei rifiuti “speciali” di un soggetto positivo al Covid, invece, dovrebbe essere l’Asl tramite aziende specializzate.
Il Covid passa, gli operatori no
Il dato di fatto, tuttavia, è che i sacchi di spazzatura continuano ad accumularsi e dagli organi competenti non arriva ancora una risposta chiara. La speranza è che Ivan possa guarire presto dal virus: a quel punto sarà uscito dal tunnel del Covid e questa brutta esperienza sarà solo un ricordo, come i rifiuti sul balcone. A condizione, però, che Comune e Asp arrestino questo indecifrabile rimpallo di responsabilità.