L’attaccante nato in cima ai Tre Colli Ortolini incanta Siena ma tifa Catanzaro

di Danilo Colacino – L’abbiamo annunciata ieri, l’intervista del centravanti catanzarese Raffaele Ortolini che sta facendo molto bene a Siena, e ve la proponiamo dunque oggi. Uno spunto di riflessione, in un momento particolare per il Catanzaro, che fa capire come la città abbia perso negli anni molti ragazzi interessanti e di prospettiva. E questo è anche il parere di uno dei pochi allenatori dell’atleta in cima ai Tre Colli. Si tratta di Saverio Mirarchi, peraltro presidente di lungo corso della Lnd Calabria, che lo ebbe a disposizione nei Giovanissimi del club giallorosso a metà anni 2000. Stagioni buie di un sodalizio che aveva appena riconquistato la B, ma nell’ambito di una parabola definibile come l’inizio della fine. Ebbene Ortolini fu uno dei tanti ragazzi su cui non si volle scommettere proprio forse perché ‘prodotto locale’, per dirla alla Mirarchi. Eppure Raffaele, figlio di Francesco che del Catanzaro fu centrocampista in tempi assai diversi da quali del 2004-2006 e dagli attuali, non si è demoralizzato. È andato via per segnare caterve di gol in serie D. Poi la chiamata a Siena in cui si sta mettendo in luce con una serie di reti e giocate di livello, considerato che di mestiere fa l’attaccante. “Sono in una società seria, che vanta una storia di grande prestigio. Un onore per me e sono quindi felice di essere qui”.

Obiettivo serie B con i toscani?

Obiettivo serie B con i toscani?

“Lo scopo è fare sempre il meglio possibile, cercando di vincere ogni gara. E alla fine tireremo le somme”.

Lei è catanzarese e ci ha raccontato tifosissimo del Catanzaro. Malgrado ciò non ha indossato la casacca giallorossa. Perché?

“Non è capitato. Ho militato solo nel settore giovanile, in breve tuttavia si è capito che non volessero più investire su di me”.

E dopo, nessun contatto?

“Io vado solo dove mi vogliono e mi cercano come successo in Toscana”.

Lei però tornerebbe…a casa. Vero?

“Adesso sto bene dove sono. Però, pur essendo banale, dico: in futuro chissà. Al momento, non appena posso, guardo qualche incontro del Catanzaro come quello di Reggio o la partita di playoff contro la FeralpiSalò. Due match sfortunati, emblema di un periodo in cui le cose non girano per il verso giusto”.

Neanche a farlo a posta, mentre la intervistiamo le Aquile hanno esonerato Gaetano Auteri per affidare la squadra a Gianluca Grassadonia. Li conosce?

“Di fama. E so che sono entrambi ottimi tecnici. Giù da noi, però, bisognerebbe avere più pazienza e dare tempo al mister di turno di lavorare”.

Dal momento che ha visto all’opera la compagine catanzarese, cosa pensa le aspetti nel prosieguo della stagione?

“Difficile dirlo, ma essendo rimasti un bel po’ di giocatori dell’anno scorso, penso si possa partire proprio da questo. Bisognerebbe in altri termini esaltare lo zoccolo duro e su tale base costruire un buon progetto con i nuovi arrivati. Adesso la palla passa comunque a Grassadonia”.

A chiudere, pensiamo le faccia piacere rivolgere un pensiero a un papà che le ha fatto respirare calcio fin dai suoi primi passi…

“Mi ha aiutato molto, standomi vicino e seguendomi ancora adesso. Osserva infatti le mie partite e mi dà tanti consigli utili. Ecco perché lo ringrazio molto”.

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