Il cda Sacal non sbroglia la matassa. Occhiuto tace e la Cgil insiste

La proposta dei privati di restituire le quote resta solo un’ipotesi, ma il vero nodo è la contestazione dell’Enac. Società aeroportuale in un vicolo cieco
aeroporto lamezia terme

Trapela poco o nulla dalla riunione del cda di Sacal tenutasi ieri dopo la bufera che si è scatenata negli ultimi giorni. Evidentemente di novità sostanziali non ce ne sono e forse non ce ne possono essere: la società che gestisce gli aeroporti calabresi, la cui maggioranza è passata in mano privata senza che gli enti pubblici coinvolti facessero nulla per evitare questa circostanza, è alle prese con la dura presa di posizione dell’Enac e con il tardivo scaricabarile della politica.

Il silenzio di Occhiuto dopo la denuncia

Il silenzio di Occhiuto dopo la denuncia

L’Ente nazionale dell’aviazione civile ha contestato la scarsa trasparenza della procedura con cui gli imprenditori che controllano la “Lamezia Sviluppo srl” hanno acquisito le quote azionarie lasciate inoptate dalla parte pubblica e si sono rivolti anche alla Procura e all’Autorità nazionale anticorruzione. Si è parlato dell’avvio della procedura di revoca della concessione dell’aeroporto lametino e di un possibile commissariamento – invocato a gran voce dalla Cgil – ma finora non si sono registrate novità in questo senso. Anche il presidente della Regione Roberto Occhiuto, che ha rivelato a cose fatte la privatizzazione della società, non è più intervenuto pubblicamente sulla vicenda neanche per rispondere all’appello del sindacato che ha chiesto la revoca del presidente del cda Giulio de Metrio.

L’accordo non rispettato e l’intervento dell’Enac

È trapelato che c’era stato un pre-accordo a luglio tra la Regione e i privati (LEGGI QUI) che sanciva che entrambe le parti avrebbero dovuto aumentare il loro peso nella società ma mantenendo la maggioranza comunque pubblica. Ciò non è avvenuto perché la Regione non ha mantenuto l’impegno di accrescere la sua partecipazione in Sacal – doveva passare dal 9,27 al 25% – e i privati, a detta loro per evitare la messa in liquidazione, hanno acquisito la maggioranza senza colpo ferire. Dopo il clamore suscitato dalla privatizzazione gli stessi imprenditori si sono detti pronti a fare un passo indietro rimettendo a disposizione le azioni acquistate senza alcun sovrapprezzo. Questa eventualità è però rimasta al momento solo sulla carta e non è detto che sia risolutiva. Il cda infatti pare non abbia ancora avviato un confronto su questa ipotesi dovendosi concentrare sulle pesanti censure dell’Enac e su come uscire da un vicolo cieco, reso tale anche dal fatto che difficilmente con una maggioranza privata si potranno gestire i fondi pubblici nazionale ed europei che erano destinati al sistema aeroportuale calabrese.

Piano industriale negato. “Cosa c’è sotto?”

Intanto la Filt Cgil è tornata alla carica sul Piano industriale, approvato a marzo ma ancora oggi “negato” ai sindacati dal manager che guida il cda. “Qual è il vero motivo? Cosa c’è sotto?”. I sindacalisti girano la domanda anche all’Enac chiedendo se “esiste un’altra società di gestione aeroportuale in italia che si comporta allo stesso modo”. Inoltre annunciano che i loro legali nei prossimi giorni “presenteranno ricorso presso il Giudice del lavoro di Lamezia per l’ottenimento del Piano industriale”. A Occhiuto la Filt Cgil chiede infine “se nel ruolo di Socio pubblico e di massima istituzione regionale intenda avallare l’atteggiamento di Giulio de Metrio che, per altro, è il proprio rappresentante all’interno del Cda”.

s. pel.

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