Stefano Mollica coordinatore scientifico del dipartimento ematologia ed oncologia del Presidio Ciaccio De Lellis racconta a Calabria 7 una struttura di eccellenza della sanità calabrese.
Un presidio che raccoglie in sé molte strutture per una totale cura dei pazienti oncologici .Una storia iniziata 40 anni fa con Antonio Alberti e che adesso è un vero punto dì riferimento per l’intera regione. Tantissimi i pazienti che arrivano da tutta provincia e molti i progetti per il futuro.
Un presidio che raccoglie in sé molte strutture per una totale cura dei pazienti oncologici .Una storia iniziata 40 anni fa con Antonio Alberti e che adesso è un vero punto dì riferimento per l’intera regione. Tantissimi i pazienti che arrivano da tutta provincia e molti i progetti per il futuro.
Il fatto vincente è il modo innovativo di operare rispetto allo standard con dei numeri stratosferici. “Le prestazioni eseguite sono a livello ambulatoriale circa 45 mila”ci dice Mollica .
“Questa struttura ha pazienti extra-provinciali e questo il Dipartimento alla salute dovrebbe valutarlo perché le strutture migliori vanno premiate e supportate in termini di risorse umane e finanziare. Questo è l’ospedale oncologico della regione Calabria e di questo si deve prendere coscienza ed investire perché questa struttura ha anche enormi potenzialità”aggiunge Mollica.
Un investimento di 12 milioni di euro è già stato finanziato per una serie di progetti e per una Pet stabile in maniera tale che i pazienti non debbano andare altrove per questa indagine. Fondamentali per la crescita della struttura sono i dipendenti medico e paramedico che sono delle vere risorse professionali di altissimo livello.
Quale sarà il futuro del Ciaccio De Lellis?
“Il futuro è oggi per il ruolo che la struttura ha. Ma ci deve essere anche un riconoscimento, il vuoto in ambito sanitario regionale non ha consentito che le strutture che più hanno dato servizi avessero il giusto riconoscimento. Ma il paziente calabrese ha compreso tutto da solo” dice Mollica. “L”interlocuzione con la struttura commissariale ed il Dipartimento alla salute non è stata adeguata ma noi abbiamo lavorato secondo una visione di responsabilità sociale ed etica continuando nei percorsi di umanizzazione delle cure che ci caratterizza. Il futuro – conclude – dovrebbe essere che le istituzioni prendano coscienza dell lavoro svolto da questa struttura che potrebbe essere riconosciuto come l’unico ospedale a valenza ematolpgica ed oncologica regionale. Non servono i pennacchi ma la giusta valorizzazione di chi ha fatto e fa bene “. (Carmen Mirarchi).
Redazione Calabria 7