“Il consiglio comunale di Reggio Calabria ha appena approvato la manovra finanziaria 2019.
In quella sede abbiamo appreso, attraverso la relazione dell’assessore alle finanze, Irene Calabrò, che l’Ente abbia condotto una “trattativa con la Sorical in tema di debito idrico, sfociata in una vantaggiosa transazione che ha ridotto il dovuto da 79 a 63 milioni di euro. Da tempo il Codacons manifesta perplessità sulla legittimità delle tariffe applicate ai comuni calabresi da parte di SoRiCal SpA, fino a giungere a richiedere il presidio dell’Autorità Giudiziaria. Ciò perché, nonostante la competenza per determinare gli aumenti tariffari sia sempre stata dello Stato, in Calabria gli aumenti sono stati decisi con atti della Regione o, addirittura, della stessa SoRiCal SpA.” lo sostiene l’avvocato Francesco Di Lieto del Codacons parlando di ” una illegittimità sottolineata dalla Corte Costituzionale, dalla Corte dei Conti e, addirittura, dal Comitato di Consulenza Giuridica della Giunta Regionale, che ha avuto modo di sollecitare la Regione al ripristino della legalità tariffaria stabilendo che SoRiCal deve operare dei “conguagli” in favore dei Comuni calabresi per quanto versato in più rispetto alle tariffe legali. Si tratta di una vera e propria truffa, perpetrata nel silenzio generale e con una serie di complicità diffuse – sostiene Francesco Di Lieto del Codacons – che ha portato i calabresi a pagare tariffe gonfiate per circa 190 milioni di euro e, in particolare, i cittadini di Reggio Calabria a pagare importi maggiorati per ben 16,1 milioni di euro.
In quella sede abbiamo appreso, attraverso la relazione dell’assessore alle finanze, Irene Calabrò, che l’Ente abbia condotto una “trattativa con la Sorical in tema di debito idrico, sfociata in una vantaggiosa transazione che ha ridotto il dovuto da 79 a 63 milioni di euro. Da tempo il Codacons manifesta perplessità sulla legittimità delle tariffe applicate ai comuni calabresi da parte di SoRiCal SpA, fino a giungere a richiedere il presidio dell’Autorità Giudiziaria. Ciò perché, nonostante la competenza per determinare gli aumenti tariffari sia sempre stata dello Stato, in Calabria gli aumenti sono stati decisi con atti della Regione o, addirittura, della stessa SoRiCal SpA.” lo sostiene l’avvocato Francesco Di Lieto del Codacons parlando di ” una illegittimità sottolineata dalla Corte Costituzionale, dalla Corte dei Conti e, addirittura, dal Comitato di Consulenza Giuridica della Giunta Regionale, che ha avuto modo di sollecitare la Regione al ripristino della legalità tariffaria stabilendo che SoRiCal deve operare dei “conguagli” in favore dei Comuni calabresi per quanto versato in più rispetto alle tariffe legali. Si tratta di una vera e propria truffa, perpetrata nel silenzio generale e con una serie di complicità diffuse – sostiene Francesco Di Lieto del Codacons – che ha portato i calabresi a pagare tariffe gonfiate per circa 190 milioni di euro e, in particolare, i cittadini di Reggio Calabria a pagare importi maggiorati per ben 16,1 milioni di euro.
Richiesta di accesso agli atti. Tanto lo ripetiamo da tempo e, di certo, da prima di aver appreso della “vantaggiosa” transazione. Ora, considerato che, per una singolare coincidenza, lo “sconto” ottenuto dal comune di Reggio Calabria è curiosamente identico alla cifra che il Codacons, insieme al Movimento Acqua Pubblica Comitato 11 giugno, ha indicato come illegittimamente fatturata – prosegue Di Lieto – abbiamo ritenuto doveroso comprendere i termini della vicenda depositando una richiesta di accesso agli atti. Anche perché se “sconto” c’è stato, dev’esserci per tutti e non solo per alcuni.Il Codacons ha chiesto, quindi, di ottenere copia dell’atto di transazione stipulato tra il Comune di Reggio Calabria e la SoRiCal SpA.
“Vogliamo sincerarci sui periodi oggetto dell’accordo nonchè accertare se, alla luce della sentenza nr. 246/2009 della Corte Costituzionale, a Reggio Calabria (cosi come in tutta la regione) sarà finalmente restituita la legalità tariffaria riportando le tariffe al loro valore legittimo.
Caso contrario quegli aumenti illegittimi continueranno a costituire un “gradino illegale” che costringerà i Cittadini a pagare somme sempre superiori rispetto a quanto realmente dovuto”.