Il consiglio regionale si spacca: Tallini la spunta, gli altri si leccano le ferite

consiglio regionale

di Danilo Colacino – Che stamani sarebbero volati gli stracci fra consiglieri regionali catanzaresi di centrodestra era chiaro, malgrado l’emergenza determinata dal Covid19 che ha comprensibilmente condizionato l’odierno importante consesso, e chi poteva scriverlo, come noi grazie a Dio, ve lo ha reso noto.

Ma in modo compassato, quasi stanco, perché in barba a ogni interesse e spinta contraria l’aveva anticipato oltre un anno fa. Il mosaico, infatti, si era delineato sin da subito con i suoi tasselli che però – diciamo così – non si potevano incastrare nel modo desiderato per tutti.

Ma in modo compassato, quasi stanco, perché in barba a ogni interesse e spinta contraria l’aveva anticipato oltre un anno fa. Il mosaico, infatti, si era delineato sin da subito con i suoi tasselli che però – diciamo così – non si potevano incastrare nel modo desiderato per tutti.

Ed è andata proprio così, con la plastica dimostrazione di pochissime ore fa, dal momento che se la poltrona di spicco spettante al capoluogo era una per elementari motivi di geopolitica, un solo maggiorente vi si sarebbe potuto accomodare sopra.

Ecco allora che una volta designato un governatore cosentino e un vice reggino, anche se il numero due della Giunta attuale risponde a logiche diverse diciamo così, il presidente del consiglio di Palazzo Campanella non poteva non essere della città dei Tre Colli.

Ma chi sarebbe stato? Domenico Tallini vi abbiamo detto noi, che una lettura dei fatti ci aveva indicato come tale per il suo lavoro iniziato da lontano.

Un’opera che, volente o nolente, andava a detrimento dei colleghi di schieramento e talvolta perfino di partito di fatto esclusi dal giro che contava.

Ecco allora la lotta intestina fra Forza Italia da una parte e Lega e Fratelli d’Italia dall’altra con lo scontro diretto fra Tallini e Sergio Abramo prima e il Mimmo contro tutti poi.

Una battaglia di nervi, una guerra di logoramento sfociata anche nel duello incrociato fra gli stessi protagonisti (Tallini ed Esposito con il secondo che ha addirittura perso, una volta tanto, il suo proverbiale aplomb) da cui sono emersi un vincitore e uno sconfitto (anzi più sconfitti).

Gli stessi che ora dovranno tuttavia mettersi a lavorare, meglio se tutti uniti, per il bene dei cittadini contro il devastante nemico comune Coronavirus.

Solo per la cronaca, allora, citiamo i rumors che danno il Mimmo neopresidente sostenuto trasversalmente dal Pd e non dall’allegato Lega (Carroccio per cui però insistiamo: in Calabria si potrebbe definire il soggetto politico dell’uno, nessuno e centomila, in virtù delle sue tante spaccature interne).

Potrebbe pure essere, per carità. Non sarebbe la prima volta. Nessuno scandalo. Resta il fatto che se i verdi di Calabria hanno davvero optato per tale scelta, hanno mancato ancora una volta l’obiettivo. Detto ciò, l’assise dell’Astronave ha eletto i due vicepresidenti Luca Morrone e Nicola Irto e i segretari questori Filippo Mancuso e Graziano Di Natale.

Un plauso va comunque a tutti per la celerità con cui si sono svolti i lavori assembleari. Un dato forse scontato, ma da sottolineare.

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