di Giovanni Bevacqua – Il Covid ci ha provato ma non ha fermato l’estate calabrese. Questa l’opinione diffusa, oggi che la stagione sta volgendo al termine. Tra chi non ha notato differenze rispetto agli altri anni e chi invece si è visto sopraffare dalla paura abbandonando ogni desiderio di viversi l’estate. I presupposti non erano dei migliori, alcuni atteggiamenti non sono stati adeguati alle indicazioni del momento, ma complessivamente la gente ha risposto bene e anche le attività hanno saputo affrontare la situazione. Nonostante le difficoltà.
“Non è andata affatto male”, sostiene una signora intenta a godersi gli ultimi giorni di mare. “Mi sono trovata bene – continua – perché ho trovato un’ottima organizzazione: si entra nello stabilimento con la mascherina, ci si igienizza le mani e si sono evitati assembramenti sulla spiaggia”.
“Non è andata affatto male”, sostiene una signora intenta a godersi gli ultimi giorni di mare. “Mi sono trovata bene – continua – perché ho trovato un’ottima organizzazione: si entra nello stabilimento con la mascherina, ci si igienizza le mani e si sono evitati assembramenti sulla spiaggia”.
“Rispetto agli altri anni non ho trovato tutte queste grandi differenza”, segue una giovane ragazza della Capitale. “Ho visto tanta gente in giro – va avanti – chi con la mascherina e chi senza: c’è stato nonostante tutto molto movimento”.
“Ad agosto – racconta un signore – sono rientrati i tanti calabresi che vivono al nord, per viversi un paio di settimane di vacanza tra parenti e amici di vecchia data”. Unica pezza, a suo dire, “le spiagge troppo affollate”. Di positivo c’è almeno che “i locali sono riusciti a lavorare con organizzazione, provando a recuperare quello che non hanno potuto fare nei mesi di lockdown”.
Per qualcun altro, invece, “quest’anno non si sono visti turisti stranieri”.
E non è mancato neanche chi in tono polemico ha criticato la scelte di alcuni operatori del settore che “hanno aumentato i prezzi anche del 60%”.