“Il coronavirus non ha rallentato le cause di nullità del matrimonio”. Lo evidenzia il vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro (Teic), monsignor Vincenzo Varone, nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2021: la relazione è stata illustrata durante l’ultima riunione della Conferenza episcopale calabra perché la consueta cerimonia quest’anno è stata annullata a causa dell’emergenza Covid 19. Varone ha rilevato che anche il Teic ha adeguato le sue procedure alle misure richieste dai protocolli anti coronavirus: “Abbiamo ottenuto dalla Segnatura Apostolica – ha spiegato il vicario giudiziale del Teic – la possibilità di utilizzare, anche per le udienze, gli strumenti web al fine di agevolare la partecipazione di tutti gli aventi diritto, garantendo al contempo la sicurezza e l’oggettività del lavoro. Le decisioni, le sessioni dei collegi si sono svolte in collegamento da remoto: tale modalità non ha tolto nulla alla verità e alla validità del lavoro fatto”
Quanto all’attività del Tribunale ecclesiastico calabrese, secondo la relazione, con riferimento alle cause di nullità del matrimonio “nel 2020, sono stati esaminati 292 processi, 3 in meno rispetto allo scorso anno, con una finalizzazione del lavoro che ha portato il Teic alla decisione di 100 cause, 19 in meno rispetto al 2019. La richiesta di nullità maggiormente invocata è il ‘grave difetto di discrezione di giudizio’, un’incapacità di relazione che impedisce il ‘dono totale di sé stesso’. Su 100 cause decise, 72 hanno invocato tale capo di nullità con una risposta affermativa in 70 casi. Segue la richiesta di nullità per esclusione dell’indissolubilità del matrimonio (17) ed esclusione della prole (13). Rilevante anche – evidenzia la relazione – la richiesta di nullità per errore sulla qualità della persona (9), incapacità e timore incusso (6), esclusione della fedeltà (5)”. Per monsignor Varone “da questi dati numerici emergono alcune evidenze pastorali di notevole importanza: un sacramento del matrimonio celebrato da giovani che sono incapaci, che escludono la indissolubilità e la prole. Siamo fortemente chiamati – conclude il vicario giudiziarie del Teic – ad evangelizzare il matrimonio con il contributo ad una spiritualità che comprenda la necessità teologica di ‘salvezza’”.
Quanto all’attività del Tribunale ecclesiastico calabrese, secondo la relazione, con riferimento alle cause di nullità del matrimonio “nel 2020, sono stati esaminati 292 processi, 3 in meno rispetto allo scorso anno, con una finalizzazione del lavoro che ha portato il Teic alla decisione di 100 cause, 19 in meno rispetto al 2019. La richiesta di nullità maggiormente invocata è il ‘grave difetto di discrezione di giudizio’, un’incapacità di relazione che impedisce il ‘dono totale di sé stesso’. Su 100 cause decise, 72 hanno invocato tale capo di nullità con una risposta affermativa in 70 casi. Segue la richiesta di nullità per esclusione dell’indissolubilità del matrimonio (17) ed esclusione della prole (13). Rilevante anche – evidenzia la relazione – la richiesta di nullità per errore sulla qualità della persona (9), incapacità e timore incusso (6), esclusione della fedeltà (5)”. Per monsignor Varone “da questi dati numerici emergono alcune evidenze pastorali di notevole importanza: un sacramento del matrimonio celebrato da giovani che sono incapaci, che escludono la indissolubilità e la prole. Siamo fortemente chiamati – conclude il vicario giudiziarie del Teic – ad evangelizzare il matrimonio con il contributo ad una spiritualità che comprenda la necessità teologica di ‘salvezza’”.