Dopo Francia e Austria, anche l’Italia decide di mettere un freno all’uso di Google Analytics. La piattaforma di Google che fornisce statistiche e strumenti per l’analisi delle performance del proprio sito online “viola la normativa sulla protezione dei dati perché trasferisce negli Stati Uniti, Paese privo di un adeguato livello di protezione, i dati degli utenti”. Lo ha dichiarato il Garante della Privacy giovedì 23 giugno come conclusione di una complessa istruttoria avviata sulla base di una serie di reclami in coordinamento con altre autorità privacy europee. Secondo l’indagine del Garante, i siti che sfruttano Google Analytics raccolgono diversi dati, come l’indirizzo IP del dispositivo dell’utente e informazioni relative al browser, al sistema operativo, alla risoluzione dello schermo, persino la lingua selezionata, la data e l’ora della visita sul portale. Il punto però non è la raccolta, ma il luogo dove questi dati vengono inviati e conservati, ovvero gli Stati Uniti, un Paese non conforme al GDPR, il regolamento sulla privacy in vigore nell’Unione europea.
Limitato l’utilizzo di Google Analytics
Limitato l’utilizzo di Google Analytics
L’indirizzo IP, ha aggiunto il Garante, “costituisce un dato personale e anche nel caso fosse troncato non diverrebbe un dato anonimo, considerata la capacità di Google di arricchirlo con altri dati di cui è in possesso”. Risale al 16 luglio 2020 la decisione della Corte di Giustizia europea di annullare un accordo noto come Privacy Shield che permetteva il trasferimento dei dati personali dei cittadini europei nei server americani. Sebbene la sentenza non abbia del tutto interrotto la condivisione di dati — ci sono meccanismi legali che le società possono utilizzare per continuare a utilizzati i dati dei loro utenti — ha imposto comunque un’intensificazione dei controlli. Controlli che secondo l’Ue sono necessari dati i rischi alla privacy rappresentati dai programmi di sorveglianza americani. I negoziati per discutere un nuovo accordo sono ancora in corso, ma questa decisione ha intanto portato conseguenze. Come la decisione del Garante di mettere un freno all’uso di Google Analytics. Da questo momento i siti, hanno 90 giorni di tempo per adeguarsi al regolamento europeo. Pena “la sospensione dei flussi di dati effettuati, per il tramite di Google Analytics, verso gli Stati Uniti”.