Il metodo T.E.C.I. sbarca in Puglia

Si allarga sempre di più, a livello nazionale, la rete di enti  che mostrano un grande interesse per la filosofia di cura delle demenze messa in campo dall’associazione Ra.Gi. Onlus di Catanzaro. La Terapia Espressiva Corporea Integrata, meglio conosciuta come metodo T.E.C.I. sbarcherà in Puglia, più precisamente  all’I.S.P.E. di Lecce.

L’Istituto per i Servizi alla Persona per l’Europa (I.S.P.E.),dispone di numerose strutture dislocate nel Salento, che si occupano  della cura di persone fragili  e con varie forme di Demenze.

L’Istituto per i Servizi alla Persona per l’Europa (I.S.P.E.),dispone di numerose strutture dislocate nel Salento, che si occupano  della cura di persone fragili  e con varie forme di Demenze.

L’incontro con l’I.S.P.E. nasce grazie alla presenza della dott.ssa Elena Sodano, al Forum Nazionale per la Non Autosufficienza a Bologna. Durante tale evento è stato presentato.  il Metodo T.E.C.I.,  unico in Italia, per la cura ed il contenimento naturale delle demenze e accuratamente descritto nel volume “Il Corpo nella Demenza” (Maggioli 2017) scritto dalla stessa Elena Sodano. La T.E.C.I. è nata dopo oltre dieci anni di studi ed osservazioni sul campo e si fonda su specifiche basi neuro scientifiche, psicologiche e anotomo-funzionali. Ed è proprio su queste basi si fonda il lavoro degli operatori, che acquisiscono il titolo di T.E.C.I. Terapeuta, dopo uno specifico corso di formazione. Un titolo professionalizzante che consente agli operatori  di  strutturare dei setting in grado di risvegliare la memoria corporea delle persone con demenza  ed evitare loro la perdita dei propri limiti corporei.

Oltre ai T.E.C.I.  Terapeuti  presenti nello spazio Al.Pa.De. (Alzheimer, Parkinson e Demenze) della Ra.Gi. di Catanzaro, lo scorso 15 febbraio sono stati consegnati altri 15 attestati di “T.E.C.I. terapeuti” , a diverse figure professionali tra cui: logopedisti,  psicologi,  psicomotricisti, educatori, terapeuti occupazionali, Oss, tutte maestranze del Gruppo Citrigno.

“Le persone che soffrono di demenza hanno corpi vuoti, lenti disorientati, che perdono i loro limiti corporei e la loro percezione corporea –spiega Elena Sodano -. Proprio questi corpi però sono gli unici strumenti che esse hanno a disposizione per comunicare i propri bisogni, i propri stati d’animo. Se è vero che la T.E.C.I. crea dei “ponti di comunicazione” mediante il contatto corporeo, utilizzando il canale delle emozioni; è altrettanto vero che essa deve partire prima dall’operatore, per educarlo ad acquisire quella giusta formazione che sia spendibile con il paziente. Perché se egli non è formato a livello corporeo non può entrare in relazione con il paziente”.

E’ per tali ragioni che  L’I.S.P.E. intende aprire le proprie porte a questa nuova “pedagogia tra corpo e mente”, essenziale dal momento che il numero di persone con demenza sono in continuo aumento.

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