Il miglior ‘morzello’ di Sanremo lo cucinano i calabresi

di Danilo Colacino – Il Brandacujun doc, il morzello di Sanremo per così dire seppur a base di stoccafisso, lo cucina una famiglia di ristoratori calabresi. 

Parola di uno degli chef italiani più mediatici in circolazione, il “cotonatissimo” Alessandro Borghese, che nella sesta e penultima puntata – trasmessa ieri sera su Skyuno in prima visione, ma registrata la scorsa estate – della quinta stagione dei 4Ristoranti ha assegnato il bonus di cinque punti per la miglior pietanza tipica del luogo visitato alla storica Trattoria da Nicò della Città dei Fiori. 

Parola di uno degli chef italiani più mediatici in circolazione, il “cotonatissimo” Alessandro Borghese, che nella sesta e penultima puntata – trasmessa ieri sera su Skyuno in prima visione, ma registrata la scorsa estate – della quinta stagione dei 4Ristoranti ha assegnato il bonus di cinque punti per la miglior pietanza tipica del luogo visitato alla storica Trattoria da Nicò della Città dei Fiori. 

A metà tra una taverna e una locanda, che Borghese ha poeticamente definito “un vecchio galeone spiaggiato” in cui si sente il profumo della tradizione, il locale è gestito sin dal lontano 1935 da una famiglia di origine reggina trapiantatasi nella costa Ligure già molto prima della Seconda Guerra mondiale. Un’emigrazione di immensi sacrifici iniziali, ma poi di meritato successo, come tante.

La storia della famiglia di origine reggina che ha sfondato con la cucina autoctona a Sanremo. Si tratta dei Nicò-Martino, che giunti adesso alla quarta generazione di cuochi-titolari vogliono legittimamente dare un tocco di modernità alla loro ormai antica arte culinaria.

Peccato, però, che seppur di misura arrivino quarti su altrettanti partecipanti alla gara televisiva per il più buon ristorante a conduzione familiare del sanremese.

In sfida con il Da Nicò ci sono U Titti, gestito da una coppia che alla fine vincerà; Casa e Bottega, in cui la proprietaria ha curiosamente ai fornelli l’ex marito e l’attuale compagno, e il Marco Polo, elegante posto in riva al mare nei pressi di Ventimiglia in cui un 25enne porta avanti il lavoro di genitori e nonni.

Tutti, come premesso, giudicati con un punteggio maggiore del Da Nicò, ma che resta la meta preferita di turisti e artisti di passaggio nella culla del Festival della Canzone italiana non solo in occasione dell’amata kermesse canora. A riprova le pareti del locale quasi interamente tappezzate da foto di vip mentre vi mangiano dentro o posano con i patron in un immancabile selfie a fine pasto.

Dato che riporta all’alto gradimento del piatto forte, è proprio il caso di dire, della Trattoria: il Brandacujun (nome in dialetto. Una parolaccia esclamata stizzosamente dai pescatori locali mentre consumavano tale pietanza a bordo della barca anche con il mare mosso e dunque alle prese con frequenti spostamenti degli utensili).

Uno stocco che dai Da Nicò è baccalà, il segreto del successo del loro piatto fra tradizione e innovazione.

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