“Gap, differenze e sperequazioni sono conseguenze dello Stato centralista e non di un’autonomia che non c’è ancora. Il mio interesse è parificare tutti i territori dal punto di vista infrastrutturale e mettere in condizione ciascuna regione, anche quella più in ritardo, di poter correre. Se corre la Calabria, se corre il Mezzogiorno il primo ad essere avvantaggiato è tutto il Paese”.
Il ministro per gli Affari regionali e le autonomie giunge a Vibo Valentia con l’obiettivo di gettare acqua sul fuoco delle polemiche che accompagno da tempo il Ddl sull’Autonomia differenziata, e rassicurare sulle sorti del Meridione, alle quali in molti guardano con preoccupazione in relazione agli esiti di un progetto di riforma dai più visto come un elemento divisivo del Paese.
Il ministro per gli Affari regionali e le autonomie giunge a Vibo Valentia con l’obiettivo di gettare acqua sul fuoco delle polemiche che accompagno da tempo il Ddl sull’Autonomia differenziata, e rassicurare sulle sorti del Meridione, alle quali in molti guardano con preoccupazione in relazione agli esiti di un progetto di riforma dai più visto come un elemento divisivo del Paese.
Toni pacati e rassicurazioni
I toni, nella conferenza stampa, che anticipa l’appuntamento collegiale con i vertici calabresi e non solo della Lega, sono di conseguenza concilianti: “Questa riforma non acuisce le distanze tra regioni. Ad esempio, nella sanità, nel momento in cui andrò a verificare i livelli essenziali di assistenza o i Lep nel caso degli altri diritti civili e sociali, l’effettiva erogazione di quel servizio, di quella funzione, sarò in grado di correggere ogni disfunzione. Non esiste che una regione come la Calabria abbia una salute commissariata da anni e la differenza rispetto alla media pro capite che riceve ciascun cittadino italiano è di -20 euro; non credo che sia proprio questa cifra, quando c’è chi ne prende molte di meno, che possa giustificare i problemi che ha avuto la sanità calabrese”.
Fiducia sull’iter parlamentare
Fiducia anche rispetto ad un positivo esito dell’iter parlamentare: «Si sono svolte sessanta audizioni, che sono veramente tante – afferma Calderoli -. Proprio ieri è iniziata la discussione generale con interventi dei 5 Stelle, del Pd, della sinistra ma anche di Fratelli d’Italia e Lega. I toni del dibattito mi sembrano molto civili e costruttivi. Abbiamo fissato per il 27 giugno la scadenza per gli emendamenti ed allora si inizierà a votare. Però la base di partenza mi sembra molto migliorata rispetto agli slogan e agli scontri bipartisan iniziali».
La contestazione fuori dall’hotel
Fuori dall’Hotel 501, teatro della conferenza stampa, si assiepa una folla di contestatori. “E’ la seconda porcata di Calderoli – gridano a gran voce -. Così si affossa definitivamente ogni speranza per il Meridione e si spacca l’Italia in due”.