Il MoMe Festival chiude in bellezza alla Collegiata di Simeri Crichi

Chiude i battenti la seconda edizione del MoMe Festival – MoMenti di Memoria, la manifestazione che attraverso un linguaggio contemporaneo e innovativo ha saputo, con eventi artistici, che hanno saputo valorizzare il paesaggio, i beni archeologici, i borghi e cultura, far emergere l’unicità dei territori di Soveria Simeri e Simeri Crichi. E’ questo, infatti, il territorio di riferimento del Festival abilmente diretto dalle brave Emi Bianchi Giorgia Boccuzzi dell’associazione ‘Confine Incerto’, che è stato co-finanziato dal PAC Calabria 2014-2020, Azione 1 Tipologia 1.3, e realizzato con il Patrocinio di Unione Europea, Regione Calabria, Comune di Simeri Crichi e Soveria Simeri.

Laboratori, escursioni, cantieri di scrittura e di linguaggio non verbale, oltre che di musica popolare e teatro, ma anche street art e performance acrobatiche, ed infine momenti di confronto come quello che domenica sera ha preceduto il concerto di Fabio Macagnino e Francesco Loccisano che si sono esibiti in “Candalia”. Il pomeriggio dell’ultima giornata della seconda seguita e apprezzata seconda edizione del MoMe si chiude con due dibattiti: il primo è stato animato dall’Associazione Asperitas, grazie anche ai cantieri di scrittura creativa condotti nei mesi scorsi con i bambini dei due comuni interessati dal progetto, ha raccolto in un opuscolo presentato da Lorenzo Chiricò e Ines Sirianni le storie di nonni e genitori “dalla terra e dalla fiumara”. “E’ il risultato di un appassionante viaggio tra le pieghe del tempo, tra storie tramandate da generazione in generazione fino a perdersi al di là dei confini della memoria comunitaria, che si trasforma in luoghi, sensazioni paure e speranze”, afferma Chiricò introdotto da Emi Bianchi. Proprio nell’ambito del Cantiere di scrittura del MoMe Festival 2019, fortemente voluto dall’Amministrazione comunale di Simeri Crichi, rappresentata dall’assessore Maria Rubino (un ringraziamento particolare è stato inoltrato al al vice sindaco Eugenio Grande, al consigliere delegato Domenico Garcea,  e all’assessore Caterina Zangari), e dall’Amministrazione comunale di Soveria Simeri guidata dal sindaco Amedeo Mormile, Chiricò ha avuto modo di raccogliere alcune storie e leggende dalle comunità che si affacciano sui fiumi Simeri e Alli, proponendo la lettura al cuore genuino dei ragazzi coinvolti. Nasce così un connubio unico tra un’analisi approfondita e specialistica di questi racconti da un lato, e le sensazioni istintive ed autentiche dei ragazzi coinvolti nel progetto. Il momento più bello di tutto questo studio diviene, quindi, vedere prendere vita la Magara, la Iuvina, la Preneta fino alle più raffiguranti figure della Madonna di Termine. Asperitas, l’associazione nata proprio con l’obiettivo di promuovere il patrimonio culturale di questo comprensorio, nasce proprio per unire i territori di Simeri Crichi, Albi, Sellia,Magisano, Pentone e Zaharise. “Speriamo di aver gettato un seme per far rifiorire una memoria oramai quasi scomparsa” chiude Chiricò che è stato affiancato anche da Salvatore Tozzo e da Tiziana Timpano, oltre che da Ines Sirianni.

Laboratori, escursioni, cantieri di scrittura e di linguaggio non verbale, oltre che di musica popolare e teatro, ma anche street art e performance acrobatiche, ed infine momenti di confronto come quello che domenica sera ha preceduto il concerto di Fabio Macagnino e Francesco Loccisano che si sono esibiti in “Candalia”. Il pomeriggio dell’ultima giornata della seconda seguita e apprezzata seconda edizione del MoMe si chiude con due dibattiti: il primo è stato animato dall’Associazione Asperitas, grazie anche ai cantieri di scrittura creativa condotti nei mesi scorsi con i bambini dei due comuni interessati dal progetto, ha raccolto in un opuscolo presentato da Lorenzo Chiricò e Ines Sirianni le storie di nonni e genitori “dalla terra e dalla fiumara”. “E’ il risultato di un appassionante viaggio tra le pieghe del tempo, tra storie tramandate da generazione in generazione fino a perdersi al di là dei confini della memoria comunitaria, che si trasforma in luoghi, sensazioni paure e speranze”, afferma Chiricò introdotto da Emi Bianchi. Proprio nell’ambito del Cantiere di scrittura del MoMe Festival 2019, fortemente voluto dall’Amministrazione comunale di Simeri Crichi, rappresentata dall’assessore Maria Rubino (un ringraziamento particolare è stato inoltrato al al vice sindaco Eugenio Grande, al consigliere delegato Domenico Garcea,  e all’assessore Caterina Zangari), e dall’Amministrazione comunale di Soveria Simeri guidata dal sindaco Amedeo Mormile, Chiricò ha avuto modo di raccogliere alcune storie e leggende dalle comunità che si affacciano sui fiumi Simeri e Alli, proponendo la lettura al cuore genuino dei ragazzi coinvolti. Nasce così un connubio unico tra un’analisi approfondita e specialistica di questi racconti da un lato, e le sensazioni istintive ed autentiche dei ragazzi coinvolti nel progetto. Il momento più bello di tutto questo studio diviene, quindi, vedere prendere vita la Magara, la Iuvina, la Preneta fino alle più raffiguranti figure della Madonna di Termine. Asperitas, l’associazione nata proprio con l’obiettivo di promuovere il patrimonio culturale di questo comprensorio, nasce proprio per unire i territori di Simeri Crichi, Albi, Sellia,Magisano, Pentone e Zaharise. “Speriamo di aver gettato un seme per far rifiorire una memoria oramai quasi scomparsa” chiude Chiricò che è stato affiancato anche da Salvatore Tozzo e da Tiziana Timpano, oltre che da Ines Sirianni.

“Storie che sono dentro di noi, che ci dicono chi siamo e cosa saremo – ha aggiunto Emi Bianchi – Le storie sono la base di tutta la nostra formazione. Fin da bambini noi ascoltiamo storie , ci accompagnano nella crescita, quindi è molto importante il lavoro che hanno svolto Lorenzo e gli altri con gli altri ragazzi perché il paradigma culturale che andiamo a costruire dipende da quello che ci viene raccontato. E il MoMe interroga su questo: che racconti stiamo ascoltando, come viene costruita la nostra immagine del presente e del futuro, chi la costruisce. Noi vorremmo costruire qualcosa che ci appartiene e che noi possiamo riconoscere perché viene da noi”.

Tocca all’altra direttrice artistica, Giorgia Boccuzzi, presentare il secondo momento di confronto sempre nella Collegiata di Simeri: protagonisti Bruno Mirante e Emiliano Lamanna di Venti d’Autore sul tema “Inviati dalla Memoria”. Inviati della memoria sono i protagonisti di un calendario speciale, senza tempo che toglie la polvere a storie di coraggio dimenticate: ed in particolare quelle che hanno come protagonisti giornalisti caduti sul campo di lavoro, cercando e raccontando la verità. Il progetto, il cui ricavato sarà devoluto alla Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme fondata da Don Giacomo Panizza, è stato realizzato con il patrocinio dell’Ordine dei giornalisti della Calabria e con la collaborazione di Round Robin editrice, che ha messo a disposizione alcune tavole dei fumetti della collana Libeccio, graphic novel per restituire alla collettività testimonianze dimenticate e diffondere “dal basso” la cultura antimafia. Sono le tavole di Lollò Cartisano, dalla matita di Monica Catalano, e di Pippo Fava, di Luca Ferrara. Quelle di Giancarlo Siani, di Emilio Lecce, di Cosimo Cristina di Antonio Bonanno e di Vittorio Arrigoni, dalla matita di Stefano Piccoli. Le restanti illustrazioni sono state realizzate da disegnatori e artisti calabresi quali Pierdomenico Sirianni, Luca Viapiana, Simonluca Spadanuda, Paola Loprete, Gessica Stancanelli, Massimo Rizzo, Giorgio Marzo ed Emanuele Stranges.

E tra la riflessione e un bell’aperitivo a chilometro zero, con brindisi, si arriva alla dimensione acustica a due chitarre che ben si presta per raccontare le atmosfere dell’ ultimo album di Macagnino: Candalìa. Ma Candalìa è anche un concept: senza prendersi mai troppo sul serio quando chiedono a Fabio Macagnino quale genere musicale suona, lui risponde: la “Candalìa”: questo “genere” nasce in Calabria dove l’autore vive attualmente, facendo di questa parola calabrese una filosofia di vita che suggerisce di  perdere tempo, indugiare, di  non aver timore di lasciar scorrere il tempo per riscoprire desideri rinnegati e dimenticati.

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