Il “morzello” catanzarese conquista il palato degli arabi

Il "morzello" veniva gustato un tempo nelle "bettole", i locali tipici di cui era costellato, in particolare, il centro storico di Catanzaro

Il “morzello”, piatto identitario per eccellenza di Catanzaro a base di interiora di vitello, apprezzato anche dagli arabi. È accaduto, come riporta l’Ansa, a “Terra madre – Salone del gusto di Torino”, che ha aperto i battenti oggi nel capoluogo piemontese. Su iniziativa dello “Slow Food Calabria”, il cui responsabile é Alberto Carpino, e grazie all’impegno della fiduciaria della condotta di Catanzaro, Patrizia Costantino, “l’illustrissimo morzeddu”, come viene definito con una tipica espressione catanzarese, è stato proposto nello stand allestito alla manifestazione dalla Regione Calabria. Testimonial dell’iniziativa Giangurgolo, la maschera catanzarese interpretata dall’attore Enzo Colacino, protagonista di un simpatico siparietto insieme ad alcuni componenti della delegazione dell’Arabia saudita che hanno voluto gustare il piatto tipico del capoluogo della Calabria.

Consumati 350 morzelli, serviti nella “pitta”

Consumati 350 morzelli, serviti nella “pitta”

Grazie ai due “preparatori”, Mariano Mancuso e Williamo Panzino, sono stati consumati 350 morzelli, serviti nella “pitta”, pane anche questo tipico di Catanzaro che per la sua forma circolare e morbidezza contribuisce ad esaltare le caratteristiche di una pietanza che é al centro di campagne di tutela. Come sta facendo da tempo l'”Antica congrega dei Tre colli”, il sodalizio presieduto dall’avvocato Francesco Bianco e composto da un gruppo di professionisti di vari settori che si battono per valorizzare un piatto tipico che affonda le sue radici nella cultura più antica e genuina di Catanzaro. Il “morzello”, oltre ad essere una pietanza che ogni famiglia catanzarese prepara tuttora con grande cura in casa, veniva gustato un tempo, e rigidamente a metà mattinata, nelle “bettole”, i locali tipici di cui era costellato, in particolare, il centro storico della città. Delle tante “bettole” degli anni passati, oggi ne restano ben poche. E non c’é stata purtroppo un’adeguata sensibilità a livello politico ed amministrativo affinché il “morzello”, e le “bettole” che ne rappresentavano il naturale veicolo di diffusione e consumo, venisse adeguatamente tutelato.

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