Il paradosso della sanità: medico va in pensione e nel Catanzarese restano senza assistenza

Il sindaco parla di "situazioni veramente al limite", riferendosi a "casi relativi a cittadini, positivi al Covid, che non si sono sentiti neppure aiutati in questa situazione"
medico di base

“Dopo due anni di pandemia, esigenze e annunci roboanti di riforme nella sanità si scontrano con la più basilare esigenza del cittadino nel suo bisogno di tutela della salute: il medico di base! Non può essere un problema poter garantire questo sul territorio perché siamo veramente ai fondamentali: altro che medicina di prossimità vicina al cittadino!”. Con queste parole, a cui ha fatto seguito una formale segnalazione al Distretto Socio-Sanitario dell’Asp di Catanzaro, il sindaco di Marcellinara, Vittorio Scerbo, ha messo in evidenza una “situazione grave che ormai si protrae da due mesi sul territorio comunale”.

“La tutela dei cittadini viene sempre dopo”

“La tutela dei cittadini viene sempre dopo”

Il primo cittadino si riferisce, in particolare al “pensionamento, avvenuto nel febbraio scorso, di uno dei medici di medicina generale, che non ha trovato ancora una soluzione. Per questo motivo è stata richiesta, con urgenza, la nomina per una sostituzione temporanea, essendo Marcellinara sede primaria dello stesso medico andato in pensione. Abbiamo atteso con pazienza tempi e procedure per una soluzione – ha proseguito Scerbo – ma, con meraviglia, abbiamo avuto modo di prendere atto che non basta perché le esigenze di salute dei cittadini vengono sempre dopo”.

“Circa 200 assistiti privi di assistenza medica di base”

Scerbo fa sapere, inoltre, che “i cittadini lamentano ritardi evidenti nella presa in carico, circa 200 assistiti, che, nei fatti, risultano, al momento, privi di assistenza medica di base. Infatti, senza una benché chiara motivazione, le due ultime professioniste assegnate dall’Asp di Catanzaro nell’ambito territoriale di cui fa parte Marcellinara, nel corso di un incontro presso la sede comunale, si sono dichiarate indisponibili a farsi carico dei pazienti di Marcellinara, nonostante l’ampia collaborazione e supporto fornito dall’amministrazione comunale per quanto necessario”.

“Nessun aiuto per i cittadini positivi al Covid”

“Ci troviamo così – ha denunciato Scerbo – situazioni veramente al limite di casi relativi a cittadini, positivi al Covid, che non si sono sentiti neppure aiutati in questa situazione o anziani costretti a intercedere a numerose telefonate per esigenze essenziali di salute a cui non si è data risposta, o pazienti che in mancanza di una prescrizione devono sobbarcarsi anche il costo dei farmaci. La professione di medico non è una professione come le altre, e, non a caso, è soggetta a un giuramento, oltre a rappresentare, in questo caso, il presidio basilare del sistema sanitario nazionale garantito dalla Costituzione. Pretendere di non avere pazienti da curare, ma averli solo in perfetta salute significa aver sbagliato non solo il mestiere ma anche la vita”.

“Si torni alla dimensione umana”

Secondo Scerbo “è necessario che si esca da una dimensione ragioneristica della salute, fatta di numeri, e si torni alla dimensione umana, dove al bisogno della persona malata si risponda subito con la dovuta sensibilità ed attenzione, senza scuse, non accettabili e comprensibili dopo il periodo vissuto. Ascoltare che rimangono, dopo mesi, ancora da prendere in carico pazienti dovrebbe essere un campanello d’allarme che le Istituzioni preposte non dovrebbero assolutamente sottovalutare. Anche perché solo con le belle parole non si risolvono i problemi della sanità sul territorio”.

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