L’inaugurazione della nuova sede del Pd di Cosenza slitta di qualche giorno.
Anziché venerdì 12 giugno, le porte della nuova sede di corso Mazzini 11 torneranno ad aprirsi martedì 16 giugno alle 12. Lo comunica la Federazione provinciale di Cosenza in una nota in cui spiega anche che l’accesso alla presentazione stampa con Marco Miccoli, moderata dal giornalista di Calabria 7 Francesco Cangemi, sarà regolato da tutte le misure anti Covid-19. Lo slittamento è dovuto ad alcuni impegni sopraggiunti all’improvviso per Miccoli e non per motivi squisitamente politici come ha subito malignato qualcuno. Il commissario Marco Miccoli, già deputato e già segretario del Pd romano, venne iinviato da Zingaretti a guidare la segreteria bruzia per mettere un freno a quella corrente che voleva andare contro la scelta del partito di fermare la ricandidatura a governatore di Mario Olivierio.
Anziché venerdì 12 giugno, le porte della nuova sede di corso Mazzini 11 torneranno ad aprirsi martedì 16 giugno alle 12. Lo comunica la Federazione provinciale di Cosenza in una nota in cui spiega anche che l’accesso alla presentazione stampa con Marco Miccoli, moderata dal giornalista di Calabria 7 Francesco Cangemi, sarà regolato da tutte le misure anti Covid-19. Lo slittamento è dovuto ad alcuni impegni sopraggiunti all’improvviso per Miccoli e non per motivi squisitamente politici come ha subito malignato qualcuno. Il commissario Marco Miccoli, già deputato e già segretario del Pd romano, venne iinviato da Zingaretti a guidare la segreteria bruzia per mettere un freno a quella corrente che voleva andare contro la scelta del partito di fermare la ricandidatura a governatore di Mario Olivierio.
Una federazione guidata, all’epoca, da Luigi Guglielmelli, molto vicino a Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio.
A proposito di Enza Bruno Bossio, è stato proprio Miccoli a rispondere indirettamente alle dichiarazioni della deputata che paventava scissioni imminenti. «Aveva ragione Orfini quando ha cercato in tutti i modi di opporsi alla celebrazione stanca di un congresso di un Pd senza storia che ha eletto per inerzia Nicola Zingaretti – è il fendente lanciato dalla Bruno Bossio in occasione dell’anniversario della morte di Berlinguer – E allora facciamolo adesso! Sciogliamo il Pd. Ma non per fare piccoli patteggiamenti con Leu e qualcos’altro. Una rifondazione che parta da quel tragico giugno 1984, passando per la Bolognina fino al 2007. Il Covid ha scoperto molti errori nel modello di sviluppo dell’Occidente. E noi siamo una parte di essi. Più presto ce ne accorgiamo meglio sarà per tutti». A bollare lo scenario come «impossibile» è stato direttamente Marco Miccoli.
Il resto del partito calabrese, soprattutto quello cosentino, ha scelto volutamente di non rispondere alla parlamentare. «Faremmo il suo gioco», ha confessato qualche dirigente Dem.
Qualcuno ritiene che sia stata una mossa per «Cercare visibilità dopo che a lei e al suo gruppo sono stati spenti i riflettori con il commissariamento». Un Pd cosentino, quindi, che prepara la sua fase 2, rallentata anche dall’emergenza Covid. I rapporti di forza nella federazione provinciale, attualmente, sono buoni fra le varie anime. Merito di Miccoli ma anche del dialogo fra le componenti. Il consigliere regionale Carlo Guccione è vicino al vicesegretario nazionale Orlando; il capogruppo del Pd a Palazzo Campanella Mimmo Bevacqua è uomo fidatissimo del ministro Dario Franceschini e Giuseppe Giudiceandrea, consigliere regionale uscente e coordinatore dei Forum del Pd di Cosenza è vicino a Zingaretti e all’area di Futura di Marco Furfaro.
Con questi tre, non bisogna dimenticare il presidente della Provincia Franco Iacucci che nella scorsa campagna elettorale è stato molto vicino a Guccione ma che è molto stimato anche da Bevacqua e Giudiceandrea e, proprio dopo la campagna elettorale per le ultime regionali, i rapporti sono tornati ancora più cordiali. Miccoli, vicino a Zingaretti ma capace di avere ottimi rapporti con le varie anime del Pd nazionale, è stato bravo a dialogare con tutti e far parlare fra loro le varie anime.
Gli unici con cui non riesce proprio ad andare d’accordo, e viceversa, sono gli esponenti dell’area di Nicola Adamo e di sua moglie Enza Bruno Bossio. Non è un caso che le uniche voci che abbiano dato ragione alla Bruno Bossio e alla sua ipotesi scioglimento siano state quelle di Guglielmelli e Petrone a lei molto vicini. Ora per il Pd cosentino si apre la fase del tesseramento che avverrà online. Sarà quello un nuovo banco di prova per testare chi ha più forza nel partito.