di Danilo Colacino – Una Rto – riunione tecnica, obbligatoria – davvero particolare, quella indetta dalla sezione arbitri di Catanzaro alla presenza del prefetto di Vibo Valentia, Giuseppe Gualtieri, fra i più noti associati d’Italia.
Figlio dell’indimenticato notaio Antonio – a cui peraltro la sede dei fischietti del capoluogo è intitolata – che ricoprì la funzioni di guardalinee, come si diceva allora, nei massimi campionati nazionali insieme al compianto Umberto Arcadia, il già questore Gualtieri si è imposto all’attenzione internazionale per aver svolto un ruolo direttivo nella cattura della primula rossa di Cosa Nostra Bernardo Provenzano.
Figlio dell’indimenticato notaio Antonio – a cui peraltro la sede dei fischietti del capoluogo è intitolata – che ricoprì la funzioni di guardalinee, come si diceva allora, nei massimi campionati nazionali insieme al compianto Umberto Arcadia, il già questore Gualtieri si è imposto all’attenzione internazionale per aver svolto un ruolo direttivo nella cattura della primula rossa di Cosa Nostra Bernardo Provenzano.
Un superboss, rimasto latitante per decenni, assicurato alla giustizia nell’ambito di una delicata operazione di polizia.
Il dott. Gualtieri quindi, compatibilmente con i gravosi oneri connessi ai suoi alti incarichi professionali, è anche stato titolare di importanti funzioni all’interno dell’Aia, riuscendo perfino – quando ha uno “scampolo” di tempo a disposizione – a impartire preziosi suggerimenti alle giovani leve del mondo dell’arbitraggio.