Il premio Krimisa stroncato a Cirò Marina e la “regola del silenzio” denunciata dal Pd locale

"L’ente comunale doveva essere una casa di vetro in cui ogni cittadino poteva ritrovarsi ma è diventata di pochi, soprattutto chi obbedisce"

“A Cirò Marina la regola del silenzio, non è il tentativo di meditazione interiore di un novizio francescano e nemmeno il famoso film di Robert Redford “The company you keep”. È il modus operandi del sindaco e della sua giunta, quando pur di non confrontarsi, pur di non dover dare spiegazioni, pur di non chiarire le motivazioni di atteggiamenti e comportamenti non propriamente in linea con quello che dovrebbe essere il suo mandato più alto, cioè quello di essere il sindaco di tutti anche di quelli che diversamente da lui, se criticati, non attuano piani meschini e ritorsivi”. Così in una nota i consiglieri comunali Giuseppe Dell’Aquila e Antonio Pace, che si sono espressi sulla vicenda della della rassegna di teatro in piazza ‘Premio antica Krimisa’. “Quanto emerso – hanno infatti proseguito – è agghiacciante ed impone in ogni cittadino una seria riflessione. Non siamo meravigliati affatto, vista la mancanza di agibilità democratica a cui assistiamo dall’inizio del mandato, ma crediamo che la vicenda abbia parecchio lasciato sgomenta la popolazione”.

“La regola del silenzio usata per mettere in sordina argomenti scomodi”

“La regola del silenzio usata per mettere in sordina argomenti scomodi”

“In questo Paese, vittima di un ‘sistema politicamente perverso’, diventa sempre più difficile fare politica in maniera corretta, democratica – hanno aggiunto i consiglieri dem – e nel rispetto delle pluralità di pensiero. A Giovanni Malena (presidente dell’associazione culturale Krimisia, ndr.) va la nostra solidarietà e la vicinanza, crediamo, di coloro i quali vedono nella compagnia un punto di riferimento in un percorso che viene da lontano e che ha portato in alto il nome della nostra cittadina in tutt’Italia. La regola del silenzio, da noi e dal Partito Democratico più volte denunciata, è utilizzata ogni qual volta si deve mettere la sordina ad argomenti scomodi, a mancanze amministrative, a l’inefficacia di proporre progetti e idee che vano incontro alle esigenze della città e dei cittadini. Ci sono però delle eccezioni; infatti la regola cambia, quando ci si deve esibire in parate e sfilate utili soltanto a coprire l’inefficacia dell’azione amministrativa con proclami e gonfaloni in pompa magna”.

“Imbavagliare chi dissente senza sentire il bisogno di spiegare”

“Purtroppo – hanno infine concluso Dell’Aquila e Pace – dobbiamo riconoscere che questo sistema nella nostra cittadina da i buoni risultati, infatti è avvilente notare il trionfo del ‘mi ni fricu’, del non avere interesse alcuno per il bene comune, che non è fatto solo dalla riparazione della buca vicino casa, o dall’incarico a ore per pulire le strade senza i mezzi e gli attrezzi necessari, ma anche del rispetto che ognuno dovrebbe avere della propria persona non restando indifferenti quando in barba alle regole più elementari della convivenza civile si perpetrano abusi e soprusi.  Restare silenti è favorire l’atteggiamento di chi, applicando a suo puro tornaconto ‘la regola del silenzio’, continuerà nel suo intento: cercare di imbavagliare chi dissente senza sentire il bisogno di spiegare. L’ente comunale doveva essere una casa di vetro in cui ogni cittadino poteva ritrovarsi in ogni momento, purtroppo è diventata la casa di pochi ma soprattutto di chi obbedisce. Il nostro invito alla popolazione rimane quello di non abbassare la testa, di non cedere al silenzio e di ribellarsi a ciò che non va. Noi faremo la nostra parte, come sempre, nell’esclusivo interesse di Cirò Marina e dei suoi abitanti”.

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