Apertura in netto calo per il prezzo del gas. Ad Amsterdam le quotazioni scendono a 104 euro al megawattora, con una flessione dell’8,2%. Le Borse europee aprono in rialzo con gli investitori che guardano all’andamento dell’inflazione e alle mosse delle banche centrali per frenare la corsa dei prezzi. Sui mercati torna un clima positivo anche alla luce delle ultime vicende geopolitiche. Fari puntati sulle materie prime con gas e petrolio in calo. In avvio di giornata sono in rialzo Francoforte (+1,03%), Parigi (+0,39%), Madrid (+0,1%) mentre è poco mossa Londra (-0,07%).
“Il peggio è passato”
“Il peggio è passato”
Siamo a metà novembre e – come riporta il quotidiano La Nazione – la bufera sul gas sembra passata. Anche se le bollette che arriveranno a novembre e dicembre a famiglie e aziende saranno salate, perché scontano gli effetti delle turbolenze di settembre. Ma l’orizzonte è più sgombro di nubi sull’approvvigionamento energetico e sul prezzo del gas che pagheranno gli italiani. L’Italia ha bisogno ogni anno di 75 miliardi di metri cubi di gas, 27-29 miliardi arrivavano dalla Russia. In pochi mesi il buco delle forniture di Putin, con la chiusura dei rubinetti del North Stream, è stato coperto dalle diplomazie energetiche del Governo, dell’Eni e di altri attori.
L’Algeria è salita a 25 miliardi di metri cubi di gas, un terzo del totale, le navi gasiere portano circa 10 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto ai tre rigassificatori operanti in Italia, in attesa di quello di Piombino. Con il gnl ci si potrebbe rifornire da ogni Paese del mondo, grazie alle attività diplomatiche dell’ambasciatore senese a Maputo, Gianni Bardini. E in un anno e mezzo il gas dall’Azerbaijan, circa 11 miliardi di metri cubi all’anno, che passa attraverso il Tap e la Puglia, potrebbe raddoppiare e toccare quota 20 miliardi. Quest’inverno non ci saranno problemi di scorte. E per famiglie e imprese c’è il plafond miliardario degli aiuti di Governo e degli sgravi fiscali, che allevieranno – dovrebbero – gli esborsi per le bollette.
Nubi all’orizzonte
Eppure, nonostante questo scenario prossimo, le nubi all’orizzonte restano. Il prezzo del gas, nonostante sia sceso in 40 giorni da 325 a 108 euro continua a restare alto. avrà conseguenze sui costi operativi e sui bilanci delle aziende, soprattutto di quelle energivore. Italia e Germania, essendo i Paesi a più alto tasso manifatturiero e con poca o nulla energia nucleare, sono i più danneggiati dai perversi meccanismi degli indici olandesi. Che fanno ancora il prezzo del gas sul mercato, nonostante controllino quantità risibili. E’ il prossimo ostacolo da superare per il Governo.