Politica, cultura e dignità hanno caratterizzato la giornata di ieri nell’incantevole terra di Calabria, a Soverato nel Catanzarese, in occasione della presentazione del romanzo storico “Solo”, scritto dal senatore Riccardo Nencini, presidente della commissione permanente istruzione pubblica e beni culturali e incentrato sulla figura di Giacomo Matteotti. Una personalità brillante, charmant, così lo ha definito la senatrice Silvia Vono durante l’evento, moderato da Domenico Gareri. “Si può fare cultura senza fare politica, ma non si può fare politica senza fare cultura” ha dichiarato Nencini, sottolineando la possibilità di difendere i propri diritti attraverso un’approfondita conoscenza perché “se non riusciamo a comprende i passaggi storici – afferma – non possiamo affacciarci alla realtà, essere liberi, onesti e capaci di fare della politica un bene comune”. Un sentito invito a non distaccarsi dalla politica, bensì impegnarsi nel riabilitarla nell’accezione più nobile del termine, all’insegna dei veri e sani valori che hanno portato avanti grandi uomini, come Matteotti. Il senatore rivolge la sua attenzione alla futura classe dirigente, i giovani, invitandoli ad avere il coraggio di “staccarsi dal coro”, condizione necessaria se si vuole aspirare ad un progresso.
Passione e responsabilità
Passione e responsabilità
“La salvezza del mondo è nelle mani degli uomini e delle donne – dice Vono – cui conoscenza non può e non deve limitarsi a nozioni teoriche, deve essere fondata sull’esperienza. Il fine ultimo dovrebbe essere la consapevolezza e la dignità delle persone di portare avanti le proprie idee, seppur diverse. Passione e responsabilità sono gli elementi fondamentali per far funzionare le cose in una regione, soprattutto come la
Calabria, dove la pandemia ha aggravato una situazione quasi cronica, parlare di cultura, – ricorda la senatrice – molto spesso viene inteso come parlare di qualcosa di evanescente”.
Maggiore consapevolezza di una cultura politica
A seguire, ha preso la parola Pasquale Barbieri, referente della scuola di cultura politica, sottolineando le precarietà delle dinamiche politiche dominanti la scena odierna, dovute principalmente al distacco dalle vecchie regole. “L’obbiettivo principale – ha detto Barbieri – è quello di preparare i giovani affinché possano prendere in mano le redini della nazione, perché possano avere un quadro politico più chiaro ma senza indirizzarli verso alcun tipo di ideologia. Il fine è renderli consapevoli, padroni di una cultura politica tale da potergli consentire di scegliere uno schieramento”. (m.g.)