Una vecchia Vespa e a bordo sorridenti loro due, il piccolo Mattia Luconi e dietro di lui il suo papà Tiziano. Con una foto che probabilmente gli ricorda un giorno felice l’uomo ha voluto “salutare” il suo bambino, trovato morto oggi otto giorni dopo essere stato travolto dalla furia del fiume Nevola. Secondo quanto riporta Fanpage,it, sarà necessario il prelievo del Dna per riconoscere ufficialmente il bambino di 8 anni che finora risultava disperso dopo l’alluvione delle Marche, ma da subito i soccorritori hanno capito che si trattava del piccolo Mattia, che aveva indosso ancora la sua maglietta di quella notte.
“Torneremo a girare in vespa e a tirar baci, Mattia saluta tutti, vi vogliamo bene”, la didascalia che accompagna lo scatto pubblicato su Facebook in serata dal suo papà. Un papà che ormai aveva perso le speranze di ritrovare il figlio in vita. Il corpo di Mattia è stato ritrovato nel pomeriggio in un campo a Passo Ripe di Trecastelli, circa 13 km più a valle di dove l’auto su cui viaggiava con la madre Silvia era stata trascinata via dalla furia dell’acqua la sera dell’alluvione del 15 settembre. “Venite, c’è il corpo di un bambino immerso nel fango”: la telefonata di un agricoltore è arrivata ai carabinieri poco prima delle 16 di questo pomeriggio. L’uomo, proprietario di un terreno agricolo che costeggia il fiume Nevola, era stato allertato da un’educatrice di un asilo.
“Torneremo a girare in vespa e a tirar baci, Mattia saluta tutti, vi vogliamo bene”, la didascalia che accompagna lo scatto pubblicato su Facebook in serata dal suo papà. Un papà che ormai aveva perso le speranze di ritrovare il figlio in vita. Il corpo di Mattia è stato ritrovato nel pomeriggio in un campo a Passo Ripe di Trecastelli, circa 13 km più a valle di dove l’auto su cui viaggiava con la madre Silvia era stata trascinata via dalla furia dell’acqua la sera dell’alluvione del 15 settembre. “Venite, c’è il corpo di un bambino immerso nel fango”: la telefonata di un agricoltore è arrivata ai carabinieri poco prima delle 16 di questo pomeriggio. L’uomo, proprietario di un terreno agricolo che costeggia il fiume Nevola, era stato allertato da un’educatrice di un asilo.