Il tesoro del clan dei Gaglianesi riciclato all’estero, indagati broker di Catanzaro e la collaboratrice

La Dda ha svelato un complesso sistema di riciclaggio di danaro sporco per agevolare un'articolazione di 'ndrangheta della locale di Cutro

di Gabriella Passariello- Un super consulente specializzato nel ripulire il danaro sporco del clan dei Gaglianesi, articolazione autonoma della locale di Cutro, coadiuvando boss e gregari, primo fra tutti il vertice della consorteria Gennaro Pierino Mellea. Come? Investendo o reimpiegando somme da capogiro su piattaforme finanziarie on line di tipo binario ed estere. E per curare materialmente le operazioni, provento delle attività illecite, si sarebbe avvalso di una sua collaboratrice. Il  procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Vincenzo Capomolla e il sostituto procuratore Domenico Guarascio, sotto il coordinamento del procuratore capo Nicola Gratteri hanno chiuso le indagini con contestuale avviso di garanzia nei confronti di Domenico Masciari, 56 anni di Catanzaro e di Vittoria Proietti Cosimi, 49 anni, residente a Subiaco (RM), sotto inchiesta il primo per concorso esterno in associazione mafiosa e la seconda per riciclaggio aggravato dalle modalità mafiose.

Il broker e gli investimenti del clan

Il broker e gli investimenti del clan

Secondo gli inquirenti, nel biennio 2014-2015, il promotore finanziario  avrebbe ricevuto i soldi dallo stesso Mellea, che in un’occasione gli avrebbe dato 200mila euro, consegnati nelle mani della Proietti, che provvedeva ad investirli in una piattaforma web. Masciari si sarebbe impegnato a costituire conti correnti bancari esteri sui quali far confluire i profitti delle somme ricavate dagli investimenti fatti. In sostanza avrebbe gestito parte dei proventi della ‘ndrangheta, impiegandoli in attività e strumenti finanziari esteri, curandone il recupero anche dopo l’arresto di Mellea e di altri esponenti del sodalizio. Il broker avrebbe messo a disposizione di Mellea- secondo quanto riportato nell’avviso di conclusione delle indagini- la propria carta postepay, dove accreditare i soldi “guadagnati” dalle attività illecite. Un sistema questo, che avrebbe consentito di compiere operazioni finalizzate a far perdere le stracce del flusso finanziario, rendendo difficile risalire alla provenienza di quel denaro.

Il sistema per ripulire il danaro sporco

Una vera e propria “lavatrice” per ripulire soldi sporchi, nella piena consapevolezza, secondo la Dda, di aumentare la capacità economica del clan, reimpiegandone i capitali illeciti e mettendo al sicuro i profitti. In tutto questo sistema il ruolo della Proietti, per la Direzione distrettuale Antimafia è chiaro: avrebbe ricevuto somme di denaro in contanti dallo stesso Masciari o da Gennaro Mellea, investite in piattaforme online estere di trading binario, adoperandosi successivamente per la costituzione di conti bancari all’estero dove far confluire, con successivi bonifici, la redditività degli impieghi finanziari. Con l’aggravante di aver commesso il fatto per favorire l’associazione ‘ndranghetistica denominata Locale di Cutro, nella sua articolazione catanzarese. Fin qui le ipotesi di accusa, di fronte alle quali gli indagati adesso avranno venti giorni di tempo per chiedere di essere ascoltati dal pm titolare dell’inchiesta, rilasciare dichiarazioni spontanee, depositare memorie difensive e compiere ogni altro atto utile per l’esercizio del diritto di difesa, prima che il magistrato proceda oltre con una richiesta di rinvio a giudizio.

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